Non ci sono dubbi: la coalizione di governo è uscita con le ossa rotte dal primo turno delle elezioni amministrative. Ha destato sorpresa il caso di Milano, ma anche in altre zone del Paese si è visto di peggio. Ora si attende il turno di ballottaggio per decine di capoluoghi comunali e di Province per avere il quadro completo della situazione e per sperare da parte del gruppo berlusconiano in una qualche ripresa. A noi sembra che la cosa sia alquanto difficile se non proprio impossibile, visti gli schieramenti in campo e i recuperi in voti da tener presenti. Il PD di Bersani, nonostante la soddisfazione espressa dal segretario deve affrontare anch'esso situazioni complicate: a Napoli il suo candidato è superato da quello dipietrista e un po' dappertutto ha perduto voti, crediamo, anche a favore delle liste di un comico senza peli sulla lingua, ma anche senza futuro politico se non quello del "fustigatore" di turno che in Italia per nostra fortuna non manca mai.
La domenica di mezzo maggio non è stata nera soltanto per il cavaliere Berlusconi: del tutto insoddisfacente l'esordio elettorale del famoso centro ( il terzo Polo) di Casini, Fini e Rutelli che ora avrà solo "voce" nei ballottaggi, ammesso e non concesso che gli elettori del gruppo che si autodefinisce moderato, ma che nessuno conosce e individua bene, seguano in tutto le indicazioni dei capipartito. Negativo, come si prevedeva, il contributo del neopartito di Fini perché, come si è visto, il Terzo Polo ha avuto nella sostanza il peso che aveva con i seguaci del solo Casini.
Qualcosa di più tutti comunque possono recuperare dal grande bacino formato da chi non è andato a votare per niente. Ma nel campo e nella testa degli assenteisti non sarà facile entrare e convincerli a lasciare il mare per andare a votare, a meno che - con un colpo di teatro di cui non si ha sentore - Berlusconi non convochi a Palazzo Chigi il ministro Tremonti e lo convinca su due piedi, senza trucchi e parole inutili, che tutte le tasse e imposte verranno dimezzate a partire da subito. In tal caso neppure lo spauracchio della Grecia e dell'Irlanda impedirà, mare o montagna che sia , a milioni di elettori appena appena abbronzati, di abbandonare i luoghi di vacanze e correre a votare in massa.
articolo pubblicato il: 17/05/2011