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medicina
il genio è nei geni

una ricerca finlandese


Ricercatori del Dipartimento di genetica e biologia molecolare dell'Università di Helsinki in collaborazione con la Sibelius Academy hanno analizzato trentuno famiglie finlandesi per un totale di quattrocentotrentasette membri di età compresa fra gli otto e i novantatrè anni. Alcuni di questi erano musicisti professionisti o amatoriali, altri non avevano alcuna educazione musicale. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Human Genetics.

Attraverso dei questionari gli scienziati hanno calcolato le ore quotidiane spese nell'ascolto attivo e in quello casuale della musica. È stata valutata l'attitudine musicale di tutti i partecipanti, con tre test specifici, ed è stato raccolto un campione di sangue per l'analisi del Dna. È stata trovata un'associazione fra una variante del recettore del vasopressore arginina (AVPR1A) con la propensione alla musica. Questa variante era presente nel Dna dei membri delle famiglie che hanno ottenuto un punteggio maggiore. AVPR1A sembra influenzare le vocalizzazioni negli uccelli, aumentandole, e l'allevamento della prole nelle lucertole e nei pesci. Secondo i ricercatori finlandesi, i risultati dello studio suggeriscono una base biologica per l'ascolto musicale e offrono prove a sostegno di un ruolo del suono e della musica nella comunicazione sociale.

Altri studi sono stati pubblicati sulla genetica e la musica. Nel gennaio scorso su Nature Neuroscience dal Neurological Institute and Hospital The Neuro dell'Università McGill di Montreal e dal Centro per la Ricerca Interdisciplinare in Musica, Media e Tecnologia della stessa Università. È stato dimostrato che l'ascolto di una buona musica non si limita a toccare l'animo, ma anche il cervello: l'ascolto si accompagnerebbe infatti al rilascio di dopamina. La dopamina è un neurotrasmettitore da anni noto agli scienziati per il ruolo fondamentale che svolge nell'induzione e nel mantenimento di comportamenti che sono necessari per l'organismo, come mangiare o accoppiarsi. Questo stesso neurotrasmettitore è inoltre il responsabile anche di comportamenti di dipendenza, come nel caso delle droghe.

Non tutti gli scienziati sono d'accordo che i fattori genetici siano predominanti rispetto a quelli ambientali. Il patrimonio genetico può dare delle dotazioni di base che devono essere però coltivate e sviluppate, se no sono inutili. Sono moltissime le persone che hanno grandissime capacità di base, ma non sono poi riuscite a coltivarle nella vita. Programmi educativi mirati sui processi cognitivi possono ottenere dei risultati apprezzabilissimi anche con persone scarsamente dotate dal punto di vista genetico, ma costanti nello studio.

articolo pubblicato il: 05/03/2011

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