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cronache
la foresta di smeraldo

un giudice brasiliano blocca i lavori del terzo bacino idroelettrico del mondo


Dopo le proteste di gruppi di indigeni e ambientalisti, un tribunale brasiliano ha sospeso i piani di costruzione di un grande progetto idroelettrico nella selva amazzonica, la grande diga di Belo Monte.

Il giudice federale Ronaldo Desterro ha rilevato che l'agenzia ambientale del Brasile, l'IBAMA, ha approvato il progetto senza garantire che fossero compiuti i ventinove requisiti prescritti. Desterro ha anche proibito alla banca nazionale di sviluppo, BNDS, di continuare a finanziare il progetto. Belo Monte rappresenta un punto fondamentale dei piani della Presidente del Brasile, Dilma Rousseff, per migliorare le infrastrutture energetiche del Paese.

Gruppi di indigeni e ambientalisti hanno organizzato diverse proteste per evitare la costruzione di Belo Monte, perché assicurano che la megadiga causerebbe danni alla maggiore foresta tropicale del mondo e provocherebbe l'allontanamento di migliaia di persone.

Il giudice Desterro ha assicurato che il problema che più lo preoccupa è che la diga potrebbe interrompere il flusso del fiume Xingu, uno dei principali affluenti del Rio delle Amazzoni. Il Governo brasiliano sostiene invece che il progetto è cruciale per lo sviluppo del paese e che, oltre a creare quasi ventimila posti di lavoro, genererebbe elettricità per più di venti milioni di abitazioni. L'impianto idroelettrico sarebbe il terzo più grande al mondo dopo quello delle Tre Gole in Cina e quello di Itaipu, alla frontiera tra brasile e Paraguay.

Da molto tempo sono incorso campagne contro la realizzazione di Belo Monte; indios si sono recati a protestare davanti al palazzo presidenziale a Brasilia, ma anche cantanti come Stinge registi come James Cameron hanno fatto sentire le proprie voci contrarie. Sarebbero costrette ad abbandonare la zona circa cinquantamila persone per l'inondazione di cinquecentosei chilometri quadrati di terra. In compenso si riverserebbe nella zona un enorme flusso di immigrati, con nuovi insediamenti e strade al posto degli alberi.

articolo pubblicato il: 26/02/2011 ultima modifica: 28/02/2011

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