L'attualità del drammaturgo Tennessee Williams può essere misurata nel centenario della sua nascita ( 26 marzo 1911) per il numero di messe in scena di sue opere in tutto il mondo, alcune delle quali di "Baby Doll", uno dei suoi drammi più conosciuti.
"Baby Doll" provocò un grosso scandalo negli anni Cinquanta, quando al cinema apparve una giovanissima Carroll Baker vestita per l'appunto con il succinto capo d'abbigliamento che da quella interpretazione prese il nome. L'arcivescovo di New York del tempo, cardinale Francis Spellman, arrivò a minacciare di scomunica gli spettatori del film.
Visto con gli occhi di oggi, "Baby Doll" non è poi così sconvolgente, ma la carica eversiva di Williams nel far emergere la sessualità sotterranea degli americani resta comunque nella storia del costume. I temi dei suoi drammi variano dalla ninfomania all'impotenza, passando per il feticismo e la pazzia, argomenti associati al degrado della famiglia da lui stesso sperimentato durante la sua infanzia di omosessuale, disprezzato dal padre padrone e sbeffeggiato per strada dai coetanei.
Il teatro di Williams è, di fatto, un compendio di tutto ciò che poteva essere eversivo nel compassato mondo teatrale americano degli anni Quaranta, quando le sue opere iniziarono a destare interesse non solo per le patologie che affliggono i suoi personaggi, ma anche per la carica poetica che aleggia nei suoi drammi.
Quando compì settant'anni, Williams si definì "un poeta che mette poesia nei suoi drammi", forse anche per il fatto di mettere in scena, drammatizzandole, le sue personali tragedie familiari, creando una forma di psicodramma allora inedita nel teatro americano. Depresso, dipendente dall'alcool e dai barbiturici, cercava nella scrittura una via di fuga dai tristi ricordi del passato, dalla lobotomia di sua sorella Rose, al pestaggio da lui subito da parte di due marinai in una stanza di un albergo di quart'ordine, passando attraverso altre degradanti avventure.
Nato a Columbus, nel Mississippi, Thomas Lander Williams adottò lo pseudonimo di Tennessee in omaggio ai due anni felici che aveva passato a Nashville durante l'adolescenza. Nipote di un nipote protestante, passò l'infanzia cambiando continuamente città, fino ad arrivare a St. Louis, dove la famiglia, in piena decadenza, abitava in una topaia che gli servì di ispirazione per "Zoo di vetro". La madre, la figlia e il fratello del dramma non sono altro che la trasposizione della sua vicenda familiare.
La famiglia è un peso insopportabile nei suoi drammi, come in "La gatta sul tetto che scotta", grande successo anche cinematografico con Elizabeth Taylor e Paul Newman, o in "Improvvisamente l'estate scorsa", ancora con Liz Taylor, dove appare la condanna della lobotomia. Il cinema avrà anche la trasposizione di altri suoi drammi, come "Un tram che si chiama desiderio", con Marlon Brando. Il soggetto de "La rosa tatuata",con Anna Magnani, è qualcosa di più leggero in quell'universo di situazioni e di personaggi tragici che costituisce la tragica grandezza di Tennessee Williams.
articolo pubblicato il: 20/01/2011 ultima modifica: 26/02/2011