La proposta di Gasparri di arrestare preventivamente capi e mandanti dei disordini di Roma ha trovato, come era da aspettarsi, solidarietà a destra e opposizione a sinistra.
L'idea di applicare il daspo (le misure previste dal pacchetto sicurezza per gli stadi) anche alle manifestazioni è stata ritenuta ragionevole dal Ministro dell'Interno, mentre Vendola e Di Pietro hanno parlato di ritorno al fascismo.
Fabio Granata, di Futuro e Libertà, ha testualmente affermato che "Tra ipotesi di daspo per i manifestanti e farneticazioni di arresti preventivi, Pdl e Lega stanno creando dinamiche sudamericane in Italia".
Ora, che indubbiamente esponenti di primo piano come il senatore Gasparri e il ministro La Russa, prima di approdare nel Pdl, attraverso AN, siano stati giovani missini pronti a menar le mani è cosa risaputa, così come tanti dirigenti del PD, attraverso il Pds e i Ds, giungono dal quel PCI che in tempi ormai lontani auspicava per l'Italia un futuro radioso all'interno del blocco dei paradisi socialisti.
Nel '94 ci fu il cosiddetto sdoganamento e da allora tutti si dichiarano sinceramente democratici e scacciano con fastidio i ricordi di quando sulle piazze italiane coloro che inneggiavano al fascismo e quelli che osannavano il comunismo se le davano di santa ragione e salutavano gli avversari levando in alto il braccio destro con mano aperta o quello sinistro con pugno chiuso. Tutti però, da una parte o dall'altra, sono rimasti alla propria visione della società, ovvero di destra o di sinistra.
Quello che suona strano è che Fabio Granata (nato nel 1959, appena ventenne consigliere comunale di Siracusa per il Msi, poi componente del Comitato centrale dello stesso partito, poi vicepresidente del Fronte della Gioventù, della corrente di Pino Rauti) si allinei a Vendola nel criticare l'uscita del senatore Gasparri.
Granata, insieme ad Italo Bocchino (classe 1967, ma ha fatto in tempo a militare nel Msi prima della svolta di Fiuggi) è l'esponente di punta di Futuro e Libertà per l'Italia. Granata come Bocchino e tanti altri, in passato non solo probabilmente manifestava simpatia per il sudamericano Pinochet, ma sicuramente alzava la mano nel saluto romano, così come gli esponenti del PD ex comunisti alzavano il braccio con il pugno chiuso (gli altri, ex democristiani come la Bindi, si facevano invece il segno della Croce, sicuramente più pacifico).
Ora, che gente che alzava la mano nel saluto fascista possa essere divenuta sinceramente democratica, pur restando di destra, è legittimo, così come chi inneggiava a Breznev ed oggi è filoccidentale. Se però un comune cittadino può passare da destra a sinistra quando gli pare, un uomo politico se cambia idea dovrebbe ritirarsi a vita privata.
"Vado verso la vita" disse Gabriele D'Annunzio quando dai banchi dell'estrema destra passò a sedersi nell'emiciclo sinistro di Montecitorio. Nonostante fosse il letterato più amato della Belle Époque gli elettori gliela fecero pagare e la volta successiva fu sonoramente trombato. Granata, Bocchino ed altri come loro, immemori della lezione del Poeta, sperano di avere un futuro parlamentare fuori dell'area da cui provengono. Tanti auguri.
articolo pubblicato il: 19/12/2010 ultima modifica: 13/01/2011