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teatro
"Medea"

al Teatro Romano di Falerone


Il primo appuntamento del TAU al Teatro Romano di Falerone è domenica 25 luglio con Medea di Euripide interpretata da Pamela Villoresi e David Sebasti e diretta da Maurizio Panici.

Medea ci riporta - a partire dai tragici greci - alle donne di oggi. Sono infatti le donne a mettere in discussione la vecchia cultura facendosi portatrici di un nuovo pensiero. Ed è proprio attraverso Medea (figura totalmente inedita e significativa) che Euripide pone all'interno delle rappresentazioni tragiche un elemento di assoluta modernità. Medea, infatti, è la prima donna a mettere in discussione i rapporti tra uomo e donna, evidenziando una situazione di forza, contestando l'esistente, aprendo un contenzioso e lasciando intravedere nuove possibilità. Medea è per questo uno dei più estremi e affascinanti personaggi della tragedia classica e moderna in quanto, prima fra tutte, non agisce spinta da un impulso erotico o sentimentale ma per rispondere ad una ingiustizia: "ecco Medea.... ecco la sventura di una donna" dice di sè al termine di un lunghissimo e straziante monologo. Le modalità del suo atto trascendono ogni consuetudine. In Medea l'azione tragica coincide con la sua stessa rovina poiché, mentre punisce il padre dei suoi figli, colpisce con uguale violenza se stessa: pur riconoscendo l'impatto del suo agire, lo persegue con determinazione e lucida consapevolezza. Il conflitto per la prima volta in una tragedia non è fuori, ma dentro il personaggio, come risulta dal ruolo decisivo dei monologhi nello sviluppo della struttura drammaturgica.

Scrive Maurizio Panici nelle note di regia: "C'è una definizione precisa della tragedia in un testo di Jean Anouilh, attraverso una immagine molto forte, che trovo assolutamente pertinente: il coro infatti dice "la molla è caricata. Non avrà che da scaricarsi da sola... nella tragedia tutto è tranquillo si dà appena una spinta per metterla in moto, un nonnulla. Tutto qui. Dopo non c'è che da lasciarla fare..." Ecco, Medea è la molla caricata: la sua diversità, il suo essere esule in terra straniera, non più amata dall'uomo per il quale ha lasciato la casa e gli affetti, sono ancora oggi come allora motivi sufficienti per provocare un corto circuito emotivo di dimensioni devastanti tali da provocare mali terribili all'interno della famiglia e delle istituzioni. Medea la barbara, Medea la sapiente - e per questo invisa ai potenti della sua nuova città - è la scintilla che sovverte e scuote l'istituzione familiare, la gerarchia: attraverso un atto emotivo e non razionale mette in discussione la pace sociale invocata da Giasone e Creonte. Raccontare ancora una volta Medea è narrare da un lato quanto le passioni possano essere devastanti se non controllate, ma dall'altro come gli uomini attraverso sofisticati ragionamenti giustifichino scelte di comodo per il raggiungimento di una posizione sociale più alta all'interno di una comunità. Medea è anche una storia tremenda che le cronache recenti continuano a raccontarci suscitando orrore per un atto così orribile: ancora una volta la lezione dei classici ci fa riflettere sul nostro essere uomini di questo tempo, con l'immutata fragilità di sempre, e ci invita a partecipare al percorso doloroso della protagonista, percorrendo con lei tutta la gamma delle passioni e l'orrore per un gesto così tremendo e definitivo."

Lo spettacolo è prodotto da Associazione Teatrale Pistoiese, Argot Produzioni, Teatro dei due Mari. La traduzione e l'adattamento del testo sono curati da Michele Di Martino e Maurizio Panici. Accanto ai protagnisti principali ci sono gli attori Renato Campese, Maurizio Panici, Silvia Budri Da Maren, Andrea Bacci, Elena Sardella. La scena è di Michele Ciacciofera realizzata da Giorgio Gori, i costumi di Lucia Mariani su disegno di Michele Ciacciofera e le musiche di Luciano Vavolo.

Per informazioni e biglietti (da 14 a 17 euro) Museo Civico Archeologico 0734 759670, 333 5816389, 800255525, Amat 071 2072439. Inizio spettacolo ore 21.30.

articolo pubblicato il: 22/07/2010

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