La decisione del Governo tedesco di destinare trecento euro al mese agli studenti meritevoli, indipendentemente dal reddito familiare, ha suscitato un vespaio di polemiche, sia in Germania che all'estero.
In Italia si sono subito levate le voci di condanna di Cacciari ed altri, contrari a dare un presalario indipendentemente dal reddito. La paura è che la decisione del Ministro Annette Schavan possa trovare orecchie attente qui da noi e magari che una decisione simile possa essere presa anche al di qua dall'Alpe.
Qualcuno ha tirato fuori la solita storia dell'ascensore sociale bloccato ed altri non hanno trovato di meglio che trite argomentazioni populistiche tipiche del secolo scorso. Se è vero che in alcune famiglie la scuola dell'obbligo finisce all'università, è parimenti vero che spesso tali famiglie vivono in decorosa povertà e quando un figlio va male a scuola la colpa è sempre dello studente e non si corre ad accusare i professori.
L'istituto del presalario in Italia è abbastanza limitato e legato alle scelte dei singoli atenei; in certe sedi esiste, in altre è stato abolito. Quando nacque, agli inizi degli anni Settanta, era diffuso capillarmente in tutto il territorio nazionale. Già allora gli studenti appartenenti a famiglie impiegatizie, già tassate da qualche anno alla fonte, dovevano ascoltare con rabbia i figli degli evasori che tornavano dalla settimana bianca pagata con i soldi del presalario.
I presalariati vacanzieri non erano una minoranza di figli di grandi evasori che portavano i capitali all'estero, ma molto più spesso i figli del dentista, dell'artigiano, del parrucchiere che allora come oggi, non erano usi a rilasciare fatture. A quell'epoca, anzi, non c'erano gli scontrini fiscali, per cui il presalario andava a gratificare anche i figli dei dettaglianti.
La decisione di un Governo come quello tedesco, che non taglia fondi all'istruzione ed alla ricerca, sarebbe da copiare anche da noi. Il presalario finalmente, arriverebbe anche nelle tasche dei figli dei professori, degli impiegati comunali, dei contabili d'azienda e di tutti coloro che avendo un datore di lavoro, sia pubblico che privato, pagano le tasse fino all'ultimo centesimo.
articolo pubblicato il: 13/07/2010