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teatro
"Una festa per Boris"

al Teatro Spazio Uno di Roma


OMAGGIO A THOMAS BERNHARD da "Una festa per Boris"

con Manuela Morosini, Paolo Giovannucci, Stefano Onofri, Marco Cannuti, Michele Bevilacqua, Emanuela Bernardi, Daniele Paoloni, Daniele Natali, Filippo Solaris

Regia Paolo Zuccari.

Manuela Morosini dopo "La brigata dei cacciatori" ripropone un altro omaggio a Thomas Bernhard da "Una festa per Boris", primo testo teatrale dell'autore austriaco.

"Ogni malattia viene dalla immobilità", dice La Buona, protagonista di questa opera allucinata sull'alterazione dei rapporti umani e dell'equilibrio vita-morte. La malattia che vediamo è il delirio di un'impotenza che continuamente genera mostri. L'immobilità è esemplificata tragicamente e comicamente dall'invalidità di tutti i personaggi, a cominciare da La Buona, che partorisce l'incubo di un ricevimento per beneficenza con teste di animali che sparlano e straparlano, "masturbazioni senza fantasia" dice l'autore. Il nuovo marito Boris, da lei scelto per pietà in un ricovero, oltre all'assenza delle gambe mostra una chiara tara mentale. L'unica a muoversi sulle gambe è la badante che infatti verrà crudelmente e progressivamente vessata. Nella prima parte una stanza beckettiana circoscrive un rapporto di dipendenza vicendevole dei personaggi. Alla visionarietà del ricevimento segue una reale festa di compleanno per Boris dove sono invitati i suoi ex compagni di ricovero, anch'essi invalidi permanenti. Il loro universo interiore prorompe irritante e insopportabile tra incubi, canzonette stonate, racconti mostruosi, ossessivi. L'istinto della vita è svilito, vince irridente il "rifiuto della vita". L'invalidità è indagata teatralmente nello sviluppo dell'agilità e dell'ipertrofia degli arti funzionanti, e una distorta mobilità la vince coreograficamente sulla stasi prevista. E' una rabbia a farsi sentire gelida e metallica come le ruote delle carrozzine appese in aria, rabbia attratta magneticamente dalla paura, paradossale strumento di salvezza. E il tragicomico è l'unico risultato catartico possibile. Come dice l'autore in una sua intervista "da bambino avevo deciso di impiccarmi ma la corda si spezzò".(Paolo Zuccari)

SPAZIO UNO Vicolo dei Panieri 3, Roma

dal 26 marzo all'11 aprile 2010

tutte le sere ore 21, domenica ore 18

prezzi € 12,00 intero e € 10,00 ridotto

articolo pubblicato il: 22/03/2010

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