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Martedì 2 e mercoledì 3 febbraio la stagione di prosa del Teatro Pergolesi di Jesi - promossa dalla Fondazione Pergolesi Spontini e dall'AMAT - propone un classico come Cyrano De Bergerac prodotto dal Teatro di Roma ed interpretato da uno dei più affermati attori italiani di teatro e cinema, Massimo Popolizio (già apprezzatissimo al Pergolesi nella scorsa stagione in Copenaghen), con una compagnia di sedici attori diretta da Daniele Abbado.
Dopo Jesi lo spettacolo sarà in scena al Teatro Rossini di Pesaro da venerdì 5 a domenica 7 febbraio (info al n. 0721 387621) nell'ambito della stagione promossa dal Comune di Pesaro e dall'AMAT.
L'immersione nel teatro classico con lo spettacolo Cyrano De Bergerac permette di indagare uno dei temi più affascinanti della letteratura: il duello, ovvero, il dovere personale di ristabilire onore e dignità anche rischiando la propria incolumità.
La storia di questo testo è rocambolesca e stupefacente quanto il suo protagonista: Cyrano, un vero acrobata della parola, un funambolo del verso, un poeta e pensatore, interpretato magistralmente da Massimo Popolizio.
L'autore, Edmond Ronstand, giovane drammaturgo marsigliese, fino ad allora aveva scritto lavori di poco conto; anche Cyrano sembrava della stessa razza. Ronstand addirittura supplicò il protagonista di quel primo allestimento, l'attore Coquelin Aîné, di scusarlo per averlo trascinato in un'operazione fallimentare. Al contrario, quando Cyrano de Bergerac andò in scena il 27 dicembre 1897, al Teatro Porte Saint Martin di Parigi, il successo fu tale che, la sera stessa della prima, in camerino, venne assegnata all'autore la Legion d'Onore. Quale la ragione di tanto successo? Di Cyrano, testo "popolare" ma assai poco frequentato, tutti conoscono i tratti del protagonista, quasi si trattasse di una figura archetipica. La pièce rielabora le gesta di Savinien Cyrano de Bergerac, realmente vissuto nella Francia del 17° secolo, poeta e libero pensatore; il testo, scritto in endecasillabi, elabora poetiche esistenziali e filosofiche, sullo sfondo di atmosfere tardoromantiche. Ronstand, unisce sapientemente forza intellettuale e stravaganze di comportamento del Cyrano originale - "rimatore, spadaccino, scienziato, musicista" - alla prestanza fisica della sua creatura, creando così un personaggio esagerato, ironico, travolgente, idealista e poco accorto uomo di mondo, nemico di qualsiasi ipocrisia e bassezza umana. Al tempo stesso, un essere coraggioso che soffre a causa del suo naso deforme, sorta di ode a tutti coloro che la società estromette perché non rispondenti ai canoni in voga.
Cyrano è un incantatore di donne ma innamorato infelice, anzi, innamorato senza speranza alcuna della cugina Roxanne, corrisposto solo nell'ombra dell'equivoco; la giovane è innamorata di Christian al quale Cyrano presta le proprie arti poetiche. Christian parlerà e scriverà imbeccato da Cyrano, per conquistare Roxanne, dando vita ad un triangolo amoroso che si protrarrà fino alle ultime righe del lavoro. Soltanto in punto di morte Cyrano troverà il coraggio di uscire da un'ombra durata quindici anni, per svelarsi a Roxanne e a sé stesso, concludendo in tal modo il suo rocambolesco percorso terreno. Un amore, sembra dirci, non ha bisogno di essere condiviso per essere esemplare. Cyrano lo sconfitto, suggeritore della vita e dell'opera di altri, ci indica passaggi dell'esistenza che non conosciamo, mescola estetica e vita, vita avventurosa e vita letteraria. Quando se ne va, porta nel mondo delle ombre il suo gran naso, simbolo di libertà, indipendenza, diversità, marchio di un eroe che si batte fino in fondo anche contro l'impossibile, persino contro le tenebre. Nel testo, la ricorrente metafora della luna simboleggia questa diversità di carattere utopico, fino alla famosa scena in cui Cyrano inventa "sei mezzi buoni di violare l'azzurro" e salire sulla luna. Resta la risonanza dell'agire di un personaggio in fuga verso l'eroismo di ogni gesto quotidiano, che assume su di sé la impossibilità di qualsiasi eroismo individuale. Un combattente già sconfitto in partenza, che lotta fino alla fine contro un destino tragicomico.
Per informazioni: biglietteria del Teatro Pergolesi tel. 0731 206888. Inizio spettacoli ore 21.
articolo pubblicato il: 28/01/2010