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cinema
aurora
di Franco Olearo

USA 1927
Regia:
Friedrich Wilhelm Murnau
Sceneggiatura: Carl Mayer
Durata: 106'
Interpreti: George O'Brien (L'uomo), Janet Gaynor (la moglie), Margaret Livinston (la donna della cittā)
Genere: Drammatico
Censura USA: PG-13

Durante il tempo delle vacanze una ragazza di citta' va a soggiornare in un paesino in riva a un lago. Qui riesce a sedurre un baldo contadino, gia' sposato con un figlio piccolo. La donna cerca di convincere il giovane a liberarsi della moglie simulando un incidente durante una gita in barca. Ma quando tutto e' stato organizzato e marito e moglie si trovano soli in barca....

L'uomo invita la moglie a fare una gita in barca. Lei e' contenta ed indossa per l'occasione il vestito migliore; nel suo cuore batte la speranza che il marito stia dimenticando l'altra donna. Sono appena saliti in barca quando vedono arrivare a nuoto il loro cane che, strappata la corda che lo teneva alla cuccia, vuole raggiungerli. La Moglie lo aiuta a salire, contenta per questo imprevisto compagno di viaggio. Lui invece, senza dire una parola, lo riporta a riva , si assicura che non scappi piu' e riprende a remare verso il largo. Lei sorride ancora ma sul suo volto si vede passare l'ombra di un pensiero, come di un presagio, il senso di una minaccia che non ha ancora preso forma...

Per chi deve raccontare per immagini, solo dei fatti, dei gesti , fanno da specchio a cio' che non si potra' mai vedere, ne' ieri, quando il film era muto, ne' oggi: i moti dell'anima. Murnau assieme allo sceneggiatore Carl Mayer ci danno, con questo film, un eccezionale esempio di grande perizia cinematografica ma, forse quello che piu' colpisce, di saper raccontare storie interiori.

Per quasi un terzo del film noi vediamo come due esseri, ormai molto lontani uno dall'altra, progressivamente, attraverso segni quasi impercettibili, reagendo a cio' che accade loro intorno ed abbassando a poco a poco le barriere difensive, finiscono per scoprire che uno non puo' fare a meno dell'altra; uno scatenato ballo liberatorio davanti a tutti suggella il loro ritrovarsi.

Da un punto di vista tecnico ci colpisce l'estrema mobilita' della cinepresa, il suo stare sempre addosso agli attori accompagnandoli con lunghe carrellate;gli ampi piani sequenza, come quando il tranvai, partendo da una fermata in mezzo alla campagna, finisce per arrivare al centro di una convulsa metropoli. La cura delle ambientazioni, dalla cupa notte in riva lago, appena rischiarata dalla luna per l'incontro segreto fra i due amanti, allo sfavillare delle luci del parco dei divertimenti per esprimere la gioia della riconciliazione. Se i passaggi di ambiente appaiono a volte repentini, il tutto č retto da una estrema coerenza stilistica, "una costruzione classica che ruota intorno a pochi elementi primari: l'uomo, la donna, la campagna, la citta', l'amore, l'odio, il dramma, la commedia" (Paolo Mereghetti su Io Donna).

Primo film americano di Murnau quando Hollywood, temendo il successo del cinema tedesco, cercava di attirare a se' i loro registi migliori, non ebbe all'epoca il successo di botteghino sperato.

Ma se riuscite a vincere nel primo minuto il panico del silenzio, la storia vi prendera' e vi troverete davanti ad una forza espressiva che nulla ha da apprendere dal cinema d'oggi.

(Per gentile concessione di www.familycinematv.it)

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