Non c'e' pace per Evita. Come il suo corpo imbalsamato e' andato avanti e indietro da un lato all'altro dell'Atlantico, cosi' il sudario a tre veli che aveva ricoperto la salma e' tornato in Argentina dopo essere stato messo all'asta a Roma, presso la casa Christie's.
Sembra proprio che Eva Duarte Peron, dopo essere stata mitizzata in vita, debba continuare a tanti anni dalla morte a far parlare di se' il mondo intero e ad accendere ancora odi e rivalita' tra gli argentini, tanto che un oggetto francamente poco appetibile come un sudario sia battuto ad un'asta.
Il sudario, composto di tre veli di seta cruda, e' rimasto addirittura nascosto per un anno (dal 1995 al 1996) nei sotterranei del Comitato Centrale del Partito comunista argentino, insieme agli altri oggetti appartenuti al defunto generale , lasciati in eredita' dalla seconda moglie Isabelita alla Fundación por la Paz y la Amistad de los Pueblos (FundPaz) e da quest'ultima messi in vendita a Roma.
Il cadavere imbalsamato di Evita riposo' per tre anni, dal luglio 1952 al novembre del 1955, nella sede del sindacato peronista, ma fu sequestrato dai militari della "Revolucion Libertadora" che avevano deposto il dittatore argentino e fu trasportato in giro per il Paese (oggetto anche di passioni necrofile) fin quando non fu deciso di occultarlo. Fu cosi' che, sotto il falso nome di Maria Maggi de Magistris, la salma, dopo una traversata a bordo del transatlantico Conte Biancamano, giunse a Genova e poi a Milano, dove fu interrata nel maggio del 1957 nel cimitero Maggiore.
Solo nel settembre del 1971 il generale argentino Lanusse decise di
rendere il cadavere a Peron, allora in esilio a Madrid, e la salma fu esumata
tra le grida al miracolo dei necrofori milanesi, cui nessuno aveva detto che
era imbalsamata. Fu a Madrid che le suore del convento della Merced prepararono il famoso sudario inizialmente composto di due veli, uno bianco ed uno celeste (i colori dell'Argentina), ai quali ne fu poi aggiunto un terzo, color crema.
Ma il sudario non accompagno' il cadavere di Evita nell'ottobre del 1974, quando rientro' trionfalmente a Buenos Aires per riposare accanto a quello del marito. Per il corpo di Evita la pace non era ancora raggiunta; nel luglio del 1976 i militari che avevano deposto Isabelita, timorosi che potesse diventare un simbolo per peronisti storici e giovani montoneros, lo esumarono ed interrarono segretamente nella tomba della famiglia Duarte, sotto una grossa lastra d'acciaio, a sei metri di profondita'.
Il sudario rimase in cassaforte a Madrid fino al 1990, quando fu riportato segretamente in Argentina e nascosto per paura che Menem lo requisisse e lo usasse come "bandiera".
Gli ultimi due viaggi, forse solo per ora, quello verso la sede romana di Christie's e quello di ritorno a Buenos Aires.