Per chiunque, con passione e fiducia, da “addetto ai lavori” o spinto da semplice interesse culturale, si occupi di un “universo” come quello della fotografia, il bel libro di Michele De Luca Nuovi appunti di fotografia. 2011-2025, edito dalla casa editrice Hammerle di Trieste, che fa seguito agli Appunti di fotografia. 1986-2010 (Ghirlandina, Nonantola, 2011) entrambi con la prefazione di Italo Zannier, ci dà un’occasione davvero suggestiva per ripercorrere vicende (oggi direbbero eventi), perlopiù obsoleti, trattandosi di un genere di immagini, che molti considerano tuttora “secondario”. Nel volume sono raccolte le recensioni apparse nella sua rubrica “Fotografia” sulla rivista “Rocca” della Pro Civitate Christiana di Assisi; si tratta, come suggerisce il titolo, di “appunti” che da questo piccolo “osservatorio” De Luca ha annotato, riguardo a rimarchevoli eventi espositivi o editoriali che una successione cronologica del tutto casuale ha offerto alla sua attenzione per ben quarant’anni riguardo alla fotografia, al fine di metterli a fuoco, di “raccontarli” e di darne testimonianza. Questi brevi articoli, a rileggerli e riguardarli nel loro insieme, propongono con la loro omogeneità critica e narrativa, concisi approcci con le tante figure di fotografi che mostre e libri gli hanno dato in questo lungo periodo modo di “incontrare”, ma anche tante utili informazioni sull’editoria fotografica, sull’impegno di istituzioni pubbliche e private nella divulgazione della storia della fotografia, sull’attività di studiosi, ricercatori e operatori culturali, sul dibattito teorico nonché sulla fotografia come “bene culturale” e quindi sul lavoro di recupero e di conservazione di archivi, musei, collezionisti.
Il volume, accurato anche nella veste grafica, impreziosito nella sua accattivante copertina da una splendida immagine dello stesso autore, testimonia della forte passione e competenza di De Luca, che oltre a scrivere di fotografia se n’è occupato lungamente anche nel ruolo di “comunicatore” e di organizzatore; c’è in lui l’impagabile capacità di farci entrare, con semplicità di linguaggio, nel corso di rapidi interventi, all’interno del mondo creativo e culturale di ciascun fotografo, e non solo dei “grandi” e più celebrati maestri. La sua attenzione è anche , e molto utilmente, rivolta ad autori poco conosciuti, se non tante volte rimasti ingiustamente “anonimi”. Inoltre è diretta ad evidenziare e a farci scoprire l’aspetto più propriamente culturale e storico delle tante espressioni in cui, dall’invenzione di Daguerre al digitale, la fotografia si è concretizzata, dando vita ad un vero e proprio “universo” realizzativo ed inventivo che, nella comune “scrittura con la luce”, e quindi in forza di un dato tecnico che nei decenni si è peraltro estremamente evoluto e sviluppato, fa convivere diverse e svariate “anime”, miriadi di “linguaggi”, oltre alle più diverse finalità e specialità professionali.
I grandi fotografi, dai “pionieri” ai più interessanti ed apprezzati di questi ultimi quattro decenni e del panorama contemporaneo, italiano e internazionale, vengono “affrontati” con acuta curiosità e “raccontati” con encomiabile capacità di sintesi, mirando direttamente alla loro specificità ed originalità. Ma dal libro vien fuori un mosaico molto più complesso, che ripropone gli ambienti culturali in cui le singole personalità si sono espresse, le grandi “campagne fotografiche” degli esploratori o dei primi “imprenditori”, l’esperienza collettiva di scuole, movimenti, gruppi e dinastie, l’irrompere della fotografia nella professione giornalistica, il suo “inquinamento” del mondo delle arti, il suo uso “applicato”, la sua possibilità tecnica sperimentata da “artisti”, più che – semplicemente - fotografi, nelle loro ricerche estetiche ed espressive. Da fenomeno d’élite alla “appropriazione” di massa di un medium che ha cambiato ed arricchito la nostra cultura visiva e la “memoria storica”, anche attraverso il lavoro appassionato di tanti fotoamatori, la fotografia, come questo libro induce ancor di più a considerare – nonostante il bombardamento di immagini della televisione – conserva tutto il suo fascino, la sua immediata capacità comunicativa ed evocativa, la sua forza di stimolo culturale ed estetico, con la “prepotenza” talvolta di alcuni celebri “scatti” su cui si è soffermato intensamente lo sguardo di intere generazioni e che sono diventati vere icone della modernità.
Un libro, dunque, di piacevole lettura di utile, come scrive Zannier, per la riproposta da parte dell’autore “dei suoi agili testi, rapidi, leggeri, spesso persino generosi, ed efficaci come il pane, anche per alimentare e testimoniare la microstoria della fotografia, che proprio nei giornali ritenuti effimeri, vive nelle brevi recensioni e segnalazioni”, facendo così rivivere “un cosmo di immagini raccontate ‘a parole’, in grado di aprire un orizzonte sconosciuto a chi oggi, e sono molti, conosce troppo poco (e spesso in modo approssimativo o errato filologicamente e concettualmente) la Fotografia, intesa nella sua identità estetica oltre che iconografica”.
Antonio Vassallo
articolo pubblicato il: 25/04/2025 ultima modifica: 29/04/2025