La trasformazione della vita in provincia, con l’avvento di cellulari e tecnologia, centri commerciali e nuovi stili di vita, è al centro del romanzo dello scrittore fiorentino Giuseppe Bagni intitolato Storia di un artigiano (pp. 156, euro 12). Ispirato da una vicenda reale, il testo è pubblicato da Noripios all’interno della collana «Narrativa Italiana» diretta da Caterina Ceccuti, e sarà presentato al pubblico giovedì 27 febbraio alle 18.00 al Teatro Niccolini di Firenze (via Ricasoli, 3-5).
Perché il protagonista Amilcare, a lungo proprietario di una fabbrica di ceramica, passati i sessant’anni si è ritirato a vivere in una casa di riposo, lontano da tutto e da tutti? Da quando, nel suo paese, gli unici suoni erano le sirene del suo stabilimento e le campane della chiesa, quasi tutto è cambiato. C’è stata la Grande Crisi, l’artigianato è andato a scomparire, le difficoltà con il credito. Ma c’è di più: “il Paese stesso che diventa uno schifo, una periferia senz’anima, con piazze diventate parcheggi, gente dozzinale, chiusa nei propri appartamenti a bersi le verità della televisione oppure con l’orecchio incollato ai telefonini”, racconta in uno sfogo, senza risparmiare una politica miope e distante dai bisogni reali della gente. Il simbolo di tutto: il bar di un supermercato, divenuto principale centro di aggregazione per i ragazzi a scapito della scuola, della biblioteca o del campo sportivo. Ma un giorno Amilcare inizia a tenere un corso serale di disegno, nello stesso istituto frequentato da Giacomo, ragazzo sveglio ma chiuso in se stesso e privo di amici, anche a causa di una forma di epilessia che gli provoca crisi frequenti. Tra i due, che si conoscono per caso, s’instaurerà ben presto un legame di affetto profondo, una sorta di ponte fra generazioni che riuscirà a donare a entrambi rinnovata fiducia nell’umanità.
Bagni, insegnante, è stato presidente nazionale del Cidi - Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti. Per Storia di un artigiano si è ispirato alla figura del padre, imprenditore della ceramica dagli anni Sessanta fino ai primi Novanta che, alle porte di Firenze, guidò con passione un’azienda con oltre cento dipendenti.
Gherardo Del Lungo
articolo pubblicato il: 15/02/2025 ultima modifica: 24/02/2025