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tre personaggi al G8

tra simpatia e "allegria"

di Ada

Del G8 all'Aquila sappiamo quasi tutto e abbiamo visto tanto in TV. Che dire allora? Tutto bene, naturalmente, salvo alcune cosette che, forse, interesseranno i lettori.

La prima: hanno chiesto i "soliti giornalisti" all'"entourage" di Gheddafi chi è stato il sarto, o l'ideatore" del bellissimo abito che il leader libico indossava la sera della cena offerta dal presidente Napolitano a tutti gli ospiti. Nessuna risposta precisa, salvo una parola sfuggita ad una guardia del corpo: "bedouin". Non sappiamo invece se sia un'usanza del deserto libico per un invitato occupare il posto a tavola assegnato a qualche altro, come ha fatto proprio Gheddafi per stare il più possibile vicino al presidente americano. E' stata una stranezza che tutto sommato ha movimentato un po' il rigido cerimoniale italiano, rendendo il personaggio in questione anche un po' simpatico.

Nessuna simpatia, invece, per la signora Sarkozy che ha snobbato tutte le altre signore del vertice aquilano andando, da sola, a vedere le macerie del terremoto. Carla, o meglio Carlà come preferisce farsi chiamare, già italiana, non ama il Paese d'origine, e neppure la sua popolazione, salvo i ricercati e rifugiati in Francia per terrorismo. Abbiamo anche il dubbio che non abbia molti motivi per apprezzare il Papa il quale del resto non potette riceverla in Vaticano insieme con il presidente della repubblica francese, mentre ancora non erano sposati. Ma questa, forse, è una malignità.

Infine il premier turco. Erdogan che da anni sogna di far entrare il proprio Paese nell'Unione europea, sta facendo salti mortali per modificare le regole istituzionali turche per allinearle a quelle occidentali, L'ultima di cui si parla e ci si interroga nei caffè di Ankara e dintorni riguarda il fumo di tabacco. Bene: Erdogan ha portato a Roma la grande notizia che le regole europee varranno anche per i suoi concittadini i quali potevano fumare come e dove volevano. Ora non più. Una volta si diceva "mamma li turchi" per avvisare le popolazioni italiane dell'arrivo dei predatori musulmani sulle nostre coste. I tempi sono cambiati e i concittadini di Erdogan non sono quelli di secoli fa e meritano ben altro rispetto.

Pazienza, occorrerà invece eliminare dalla fraseologia italiana anche quel "fumi come un turco" che tanto piace a mia moglie ricordarmi ogni giorno.

ultima modifica: 03/08/2009

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