Sabato 12 ottobre alle ore 16.30, (replica domenica 13 ottobre alle ore 11.00), si inaugura il
cartellone tout public di LUOGO in COMUNE, la Stagione 24/25 della Casa del Teatro Ragazzi e
Giovani di Torino con Libero zoo di Gek Tessaro (+3), spettacolo che chiude Figuriamoci il
futuro, edizione 2024 del Festival Incanti. Il pluripremiato illustratore per l’infanzia, che porta in
scena storie poetiche e suggestive con una tecnica di sua invenzione - il teatro disegnato -, dà vita
al mondo delle bestie disegnandole e animandole dal vivo, con l’ausilio di inchiostri, acquarelli,
sabbia, una lavagna luminosa e un grande schermo.
In questo coloratissimo universo che celebra la vita e la meraviglia delle differenze, luogo in cui
vivono le bestie, Libero zoo/Mondo selvaggio/La libertà/È sempre in viaggio/Nessun confine/Muri o
cancelli/La selvatica vita/Attraversa anche quelli/Libero mondo/Di acqua e di cielo/Selvaggio
amore/Di zoccoli e pelo/Di bestie contente/Di bestie impaurite/Vite a milioni/Milioni di vite/Il mondo
selvaggio/Del mondo è suo/È un mondo libero/E non può esser tuo.
Un'autopresentazione
Non posso dire di essere stato un bambino particolarmente intelligente però una cosa l’ho capita fin da subito
e cioè che gli adulti sapevano fare un sacco di cose, male magari, ma le sapevano fare. Io no: non sapevo
stare a tavola, lavarmi, leggere, non sapevo pettinarmi e nemmeno allacciarmi le scarpe ed ero, in sovrappiù,
ignorantissimo. Data l’età, ciò era anche logico ma sentivo frustrante il sapere di non sapere niente. La
faccenda, insomma, mi era risultata chiara fin da subito: la lotta era impari, io ero una nullità e la natura non
mi aveva nemmeno concesso quelle armi strategiche minime di cui godono perfino gli animali più insulsi,
vedi la seppia o il verme di terra. Occorreva dunque trovare una soluzione, qualcosa che mi potesse
proteggere e una zona franca, protetta, l’ho trovata con il disegno. Rompevo un vaso? Facevo alla svelta un
disegnetto, copiavo un cavallo dall’enciclopedia, lo coloravo di marrone, e quando arrivava mio padre in
collera, coi cocci del vaso in mano, per chiedere spiegazioni, guardava il disegno e mi perdonava. Diceva:
“Questo ragazzo è un assassino ma sa disegnare”. Una volta ho acceso un fuoco sul terrazzo: per me era
come il bivacco degli indiani, i gerani erano cactus e il mio cavallo era lì accanto; la fiamma però si alzò così
tanto da lambire il bucato dell’inquilina del piano di sopra che non tardò a bussare alla porta di casa mia. La
sua faccia paonazza era del tutto simile alla gonna bruciata che agitava furiosamente. La sua intenzione era
di coprirmi di insulti ma si fermò al primo. Domandò a mia madre: “Ma questo cavallo, l’ha disegnato lui?”.
“Sì”, le confermò mia madre e aggiunse scuotendo la testa in tono comprensivo: “Me ne combina di tutti i
colori ma è bravo nel disegno”. “È bravo parecchio”, confermò la vicina. “Non è, per caso, che potrebbe
disegnarne uno anche per me?”. In quel periodo disegnavo molti cavalli, molti davvero. Le mie insegnanti di
matematica e francese, nelle cui materie non sarei mai arrivato a rimediare un sei, si portavano a casa ritratti
di quei quadrupedi in tutte le salse e pose. All’esame di licenza media, gli insegnanti quasi si dimenticarono
di interrogarmi: mi facevano i complimenti per la prova di educazione artistica. Il professore di scienze si
provò perfino a stabilire la razza degli equini che avevo ritratto: “Sono dei purosangue inglesi, non è vero,
Tessaro?”. Annuii anche se non sapevo di che cosa diavolo stesse parlando. So per certo, peraltro, che il titolo
del compito era “Case di periferia”.
Oggi sono un adulto e qualcosina, qua e là, l’ho imparata. Disegno ancora cavalli ma non lo faccio più per
legittima difesa. Lavoro coi bambini e tento di ricordarmi il disagio che si può provare a quell’età. Tento perciò
di misurarmi con loro solo dopo aver piegato le ginocchia per trovarmi così alla pari. Non divento più piccolo
per questo: a 60 centimetri da terra si muovono pianeti sconosciuti e inimmaginabili. Racconto storie con il
disegno e so che è un privilegio perché quello di raccontare è il più bel mestiere del mondo.
Gek Tessaro
Fondazione TRG c/o CASA del TEATRO RAGAZZI e GIOVANI
Corso Galileo Ferraris, 266 – 10134 Torino
tel. 011/19740280 - 389/2064590
biglietteria@casateatroragazzi.it www.casateatroragazzi.it
Biglietti:
Intero € 13
Ridotto € 11 (over 65, abbonati stagione 2024/2025, associazioni e CRAL convenzionati)
Ridotto giovani € 8 (dai 14 ai 25 anni)
Ridotto ragazzi € 7 (under 14)
Ridotto Allievi € 6 (riservato agli allievi della SCUOLA DI TEATRO 2024/2025)
ABBONAMENTI:
ABBONAMENTO GOLD a 6 spettacoli
Intero € 60 – Ridotto € 30 (under 14)
ABBONAMENTO SMART a 3 spettacoli
Intero € 32 – Ridotto € 18 (under 14)
articolo pubblicato il: 07/10/2024