Per Al-Andalus s'intende una realtà politica e culturale la cui frontiera settentrionale raggiunse i Pirenei nel secolo VIII e che retrocedette progressivamente sotto la spinta della Reconquista, con la caduta prima del Califfato di Cordova nel 1031, poi con la caduta del regno di Granata nel 1492.
La differenza della cultura ispano-moresca con quella di altre zone dell'Islam non è secondaria, per una serie di motivi. Il primo è quello della sopravvivenza della cultura scientifica latina, soprattutto nei primi secoli della conquista araba. Ciò è dovuto al fatto che l'esercito invasore era composto in massima parte da berberi islamizzati; non erano uomini di scienza e nemmeno di cultura, fatte le debite eccezioni.
Il secondo motivo fu che in Spagna si sviluppò una scienza talmente d'avanguardia, per l'epoca, che ad un certo momento non fu più necessario, per i giovani studiosi, recarsi nei centri di cultura dell'Asia Minore. Ci fu inoltre l'apporto di altre culture, come quella ebraica, che in qualche misura contribuì a differenziare la cultura di Al-Andalus da quelle egemoni della Siria e della Penisola Arabica.
Chiara evidenza di quanto detto sopra sta nel fatto che i primi musulmani in Spagna si trovarono di fronte a problemi di ordine religioso ed astronomico, ovvero come orientare le moschee. La meravigliosa moschea di Cordova ha il Mihrab mal orientato, in quanto le coordinate celesti erano ricalcate su quelle del Medio Oriente, una posizione geografica del tutto diversa da quella della Penisola iberica.
L'astronomia e l'astrologia, che a quel tempo erano discipline per nulla demarcate tra loro, furono agli inizi di derivazione latino-visigotica, traduzioni di un poema in latino del re visigoto Sisebuto o traduzioni da Sant'Isidoro di Siviglia, in particolare le opere "Etimologias" e "De natura rerum".
"Il libro delle croci", un antico sistema di predizione astrologica, era utilizzato in Spagna e nel Nordafrica prima dell'invasione araba. È interessante notare che brani del libro furono incorporati in un poema didattico in arabo, successivamente tradotto in castigliano. In altri testi astrologici in latino si trovano a margine annotazioni in arabo.
Fonti latine si incontrano anche in altri campi della scienza; nella storiografia si nota chiaramente che gli storici arabi utilizzavano fonti latine per la descrizione dei fatti avvenuti in Spagna prima dell'islamizzazione, per cui esiste una traduzione in arabo delle Storie di Paolo Orosio. Ancora per molti anni dopo la conquista, la medicina era quasi esclusivamente praticata da medici e chirurghi cristiani ed anche in seguito circolavano traduzioni di opere in latino.
Nel campo agrario, molto stimati erano l'opera "De re rustica" di Columella e gli scritti di agronomia di Marziale.