C’era una volta un’isola felice. Ci fu un tempo, in Puglia, in cui la gente, d’estate, era abituata a fare lunghe passeggiate notturne, quando in altre regioni del Sud le persone ad una certa ora si barricavano in casa e avevano timore anche a guardare dalle persiane socchiuse.
Poi, complici, probabilmente involontari, alcuni esponenti meridionali della DC, negli anni Ottanta del secolo scorso, mafia e ‘ndrangheta colonizzarono ampie zone del Nord e rinacque la camorra in Campania, soppiantando la guapperia, malavita di mezza tacca di quartiere. La camorra a Napoli era defunta agli inizi nel Novecento, dopo un discusso processo in cui furono condannati diversi camorristi di spicco, rinviati a giudizio in seguito ad indagini poco ortodosse di un gruppo di carabinieri reali soprannominati “i cosacchi”.
Nella rinascita degli anni Ottanta della camorra ci fu anche il tempo, per alcuni politici democristiani di primo piano, di rivolgersi al capo della NCO (nuova camorra organizzata) Raffaele Cutolo, detenuto ad Ascoli Piceno, per fare da mediatore con la Brigate Rosse che avevano rapito l’assessore regionale campano Ciro Cirillo.
Fu in quegli anni che in Puglia scaturì come dal nulla la sacra corona unita, una formazione malavitosa strutturata come le molto più antiche consorelle meridionali. Fino a quel tempo l’unica corona che i pugliesi conoscevano era quella dei tappi con cui si chiudevano le bottiglie della passata di pomodoro che era ancora tradizione preparare in casa e la guardia campestre vigilava perché nelle campagne non fossero rubati gli attrezzi dei contadini. Sembrano passati secoli, ma non sono nemmeno cinquanta anni.
In questi giorni scopriamo che una assessora regionale è accusata di aver comprato i voti, come si diceva accadesse a Napoli, negli anni Cinquanta e che il presidente della regione, quando era sindaco di Bari, aveva presentato alla sorella di un boss il suo assessore al traffico, sotto minaccia per aver creato la ZTL a Barivecchia. Il presidente ha poi smentito, dicendo che la stampa aveva equivocato le sue parole. “Leggo agenzie nelle quali si fraintende una frase che ventimila persone presenti oggi in piazza hanno perfettamente compreso”.
Se il presidente pugliese sia stato o meno frainteso lo possono giudicare i quasi quattro milioni di pugliesi e con loro i restanti sessanta milioni di italiani guardando la registrazione, reperibilissima in internet.
Certamente è difficile non fare paragoni tra alcuni esponenti del PD pugliese di oggi con quei democristiani che non esitarono ad utilizzare metodi ai limiti della legalità per liberare l’assessore Cirillo. Solo pochissimo tempo prima la DC aveva sbandierato la linea della fermezza per lasciar morire un grande pugliese, Aldo Moro.
articolo pubblicato il: 05/04/2024 ultima modifica: 15/04/2024