Il Museo Casa Rusca di Locarno (Svizzera) presenta dal 24 marzo al 7 luglio una
mostra dal titolo “Corrispondenze. Italo Valenti e i sodalizi artistici fra Vicenza e
Locarno”, a cura di Veronica Provenzale, che indaga le interessanti esperienze
sviluppate in Veneto e in Canton Ticino da due gruppi di intellettuali (artisti e poeti)
che hanno in comune la presenza e l’attività del pittore Italo Valenti (Milano, 1912-
Ascona, 1995). Realizzata dal Museo Casa Rusca di Locarno in coproduzione con
l’Archivio Italo Valenti di Mendrisio, con la collaborazione dell’Accademia
Olimpica, del Museo Civico di Palazzo Chiericati, dell’Assessorato alla cultura del
Comune di Vicenza, e della Fondazione Remo Rossi di Locarno, l’esposizione, nel
tracciare il percorso personale e artistico di Italo Valenti, approfondisce dunque la
conoscenza di due sodalizi artistici, attivi il primo a Vicenza dall’inizio degli anni
Trenta ai primi Cinquanta del secolo scorso e il secondo nel Locarnese tra gli anni
Cinquanta e gli Ottanta.
A Vicenza, dove Italo Valenti giunge da bambino con la famiglia, si costituisce quasi naturalmente, fra personalità che cercano di non omologarsi alla cultura di quegli anni ma di individuare nuovi percorsi di ricerca e di creazione, un gruppo di giovani artisti e poeti, fra cui spiccano Neri Pozza, Valenti e Antonio Barolini. “Una gaia gioventù”, come verrà de definita da quest’ultimo, che matura in pittura e scultura una originale figuratività, ignorando manifestamente le prove esibite nell’ambito di Novecento e guardando piuttosto al movimento artistico di Corrente, che prende corpo nel corso del 1938 a Milano. Da qui, dove fu assistente a Brera di Aldo Carpi ed Eva Tea, Valenti approda in Svizzera, stabilendosi definitivamente nel 1952 ad Ascona, dove scopre un clima artistico fertile grazie alla presenza nella regione di numerosi artisti di varia provenienza, fra cui maestri come l’alsaziano Jean Arp e l’inglese Ben Nicholson, e inserendosi ben presto in un contesto culturale di alto pro lo che ne favorisce una nuova stagione espressiva indirizzata verso un’astrazione libera e di carattere lirico. La mostra presenta, con opere selezionate con grande attenzione, le figure più significative dei due sodalizi artistici.
Così, del periodo vicentino si possono incontrare Neri Pozza, scultore prima, incisore ed editore poi, il poeta Antonio Barolini, i pittori Maurizio Girotto, Bruno Canfori e Otello De Maria, lo scultore Gastone Panciera e, unica donna, la pittrice Nerina Noro.
Per il periodo svizzero, che vede il Locarnese meta di soggiorno e di
vita per numerosi artisti, taluni operanti in un complesso di atelier contigui messi a
disposizione dallo scultore Remo Rossi, è ben documentata la varietà delle
ricerche condotte in quegli anni grazie ai lavori di Jean Arp, Hans Richter, Fritz
Glarner, Ingeborg Lüscher, Julius Bissier, Ben Nicholson, Aline Valangin, Alberto
Magnelli, Max Bill e della fotografa Anne de Montet, moglie di Valenti.
Oltre 170 sono le opere presenti nell’esposizione, che occuperà tutte le sale del
Museo Casa Rusca, grazie ai prestiti concessi per la parte svizzera dall’Archivio Italo
Valenti di Mendrisio, dalle Collezioni della Città di Locarno, dalla Fonda-
zione Remo Rossi di Locarno, dalla Fondazione Matasci per l’Arte di Tenero, dal
Museo d’Arte Moderna di Ascona, dalla Fondazione Arp di Locarno-Solduno, oltre
che da varie collezioni private. Per quanto riguarda la parte dedicata al periodo
vicentino, oltre ai prestiti privati, ci si è potuti avvalere della disponibilità delle
Collezioni dei Musei Civici di Vicenza, proprietari di importanti materiali in parte già
esposti nell’ambito della mostra Gli amici della «gaia gioventù». Arte e poesia a
Vicenza dal 1930 al 1950 proposta nel 2023 presso il Museo Civico di Palazzo
Chiericati.
In appendice alla mostra si aggiungono un omaggio a Sergio Grandini (1924-
2012), figura centrale della divulgazione culturale in Canton Ticino e in Svizzera ma
anche a livello internazionale negli ultimi decenni del secolo scorso, e un
altrettanto significativo ricordo degli atelier creati dallo scultore Remo Rossi, con
l’esposizione di opere e di documenti,riuniti negli spazi della Sinopia di Casa Rusca,
che trovano un opportuno completamento con la visita alla sede della Fondazione
Remo Rossi a Locarno.
La mostra è accompagnata da un catalogo (Edizioni Dadò, Locarno) con un ampio
saggio della curatrice Veronica Provenzale e i testi di Maria Elisa Avagnina, Angelo
Colla, Simone Cornaro, Diana Rizzi, Stefano Vassere, Carlo Carena, Paride Pelli e
Giacomo Grandini. Sono fin d’ora previsti vari approfondimenti nel contesto di
un’ampia rassegna di eventi organizzati a corollario dell’esposizione.
articolo pubblicato il: 25/02/2024