Pare che, finalmente, il lontano mondo delle Istituzioni abbia compreso limportanza di un coinvolgimento attivo della società nella gestione della res pubblica. LAmministrazione comunale di Barletta ha, infatti, avviato una serie di Forum nellambito del Piano Strategico Territoriale, un progetto programmatico per la ridefinizione dellidentità locale e lattuazione di una politica attenta alle esigenze dei cittadini.
Sono stati individuati come strumenti più idonei alla concretizzazione di tale iniziativa cinque incontri da svilupparsi sulle seguenti tematiche:
1. società e cultura locale;
2. economia e attività produttive;
3. welfare;
4. ambiente e assetto urbanistico;
5. strumenti di governo e risorse.
La formula organizzativa di tali appuntamenti prevede la pianificazione di vari sottomotivi relativi a diversi focus tra loro complementari.
Probabilmente, una delle poche pecche attribuibili a questa lodevole iniziativa consiste nella mancanza, talvolta, di una ferma aderenza delle discussioni a quanto implicitamente premesso (e quindi promesso) in quella sorta di mappa concettuale che scandisce le scissioni tematiche affidate all'approfondimento, con metodologia ineccepibile, dei gruppi di lavoro per ogni singolo Forum.
Questo, che potrebbe figurare come un insulso dettaglio di un pignolo, è in verità una sfumatura di grande rilievo: una situazione come questa potrebbe, infatti, insinuare, nei partecipanti, il germe della sfiducia nei confronti di un dibattito troppo preparato per essere effettivamente condiviso.
Non vorrei essere frainteso: uniniziativa di questo genere è sicuramente un grande passo in avanti verso una tangibile attuazione del principio di sovranità popolare solennemente affermato nella Costituzione italiana, tuttavia, promuovendo una critica puramente costruttiva, credo sia importante sottolineare quanto una democrazia partecipata debba essere considerata un diritto intrinseco nella natura umana.
Da ciò scaturisce la concezione del progetto come il giusto riconoscimento di una prerogativa insita nello status di cittadino, piuttosto che una gentile concessione dellEnte territoriale di competenza. Conseguente, quindi, si delinea il dovere, da cui nessuno dovrebbe esimersi, di esternare le proprie perplessità, cosicché le Istituzioni stesse possano farne strumenti confacenti al perfezionamento delle loro azioni di coordinamento e di programmazione.
Avendo avuto lopportunità di partecipare personalmente ad alcuni di questi Forum, ho potuto riscontrare, inoltre, una preponderante presenza di studenti e rappresentanti di diverse associazioni (più o meno) culturali locali. Credo che, la pressoché monocorde composizione, sia stata dovuta soprattutto alla scarsa informazione tipicamente barlettana, da cui mi dichiaro completamente permeato, per quanto riguarda le manifestazioni politiche municipali.
Palese, inoltre, una sorta di disinteresse degli alunni, di qualsiasi estrazione scolastica, nei confronti delle questioni più puramente politiche nonostante un crescente coinvolgimento manifestato nel dialogo propositivo.
Non credo, però, che i numerosi interventi pervenuti ai moderatori da parte degli under 20 siano valsi alla distruzione di quellingombrante stereotipo che grava su chi, a differenza dei maturi presenti nelle assemblee, scarseggia in decenni di vita: siamo stati ritratti come individui carenti in volitività, immersi nellinedia di una generazione priva di valori in cui, francamente, non mi riconosco e che, anzi, giudico una stupida generalizzazione.
Troppo comodo accusarci di aver subìto un irreversibile processo di desertificazione mentale, troppo semplice imputare al generation gap lincomunicabilità tra adulti e ragazzi: è affiorato lesplicito desiderio, da parte della popolazione studentesca partecipe, di vivere in una realtà pregna di organizzazioni plasmate appositamente per una integrale maturazione creativa e morale degli adolescenti, nellottica del raggiungimento di obiettivi volti al miglioramento della (futura) cittadinanza oltre che della città.
Naturalmente, in una società (utopica?) di questo tipo, una funzione decisiva dovrebbe essere assunta dalla scuola, che dovrebbe rimpiazzare la sua ormai consunta posizione di ammaestratrice con i più nobili ruoli di formatrice ed educatrice, promuovendo la diffusione di una Cultura onnicomprensiva in quanto non limitata ad una semplice ed usurata dottrina fine a se stessa.
Durante le discussioni sono, inoltre, emersi alcuni cogenti problemi ascrivibili all'inefficienza dellerogazione di taluni servizi, come, ad esempio, linadeguatezza degli orari della Biblioteca comunale. Pare che si stiano elaborando soluzioni con lo scopo di arginare tali difficoltà.
Spero che un così pronto intervento possa verificarsi anche nella realizzazione delle mire a medio/lungo termine, i cui input sono emersi nei vivaci dibattiti, al fine di dimostrare quanto la pianificazione strategica sia solo la fase preliminare al consistente raggiungimento delle mete capaci di sagomare Barletta a misura di uomo (e di ragazzo!).