Emanuele Filiberto di Savoia ce l'ha fatta; con un televoto plebiscitario ha stracciato gli altri concorrenti e si è aggiudicato la vittoria a "Ballando con le stelle". Se gli italiani avessero fatto altrettanto con Umberto, nel '46, oggi ci troveremmo con un Vittorio Emanuele IV che la storia ci ha fortunatamente risparmiato.
Il giovane Savoia è determinato; si è tramutato in poche settimane da ballerino della domenica in un perfetto cavaliere per la sua partner. Ma è anche sveglio; non appena rientrato in Italia, dopo l'esilio, cui era stato destinato dalla nascita, fece subito pubblicità per una ditta di olive ed altri stuzzichini in scatola, con ironia sul suo "sentirsi re", rendendosi così subito simpatico a milioni di italiani e, cosa nient'affatto secondaria, assicurandosi un consistente compenso.
Con molta umiltà ha dichiarato di essere andato a "Ballando con le stelle" perché ha moglie, due figlie e un mutuo da pagare; se ne è anche infischiato dello sconcerto della regale zia e dell'opinione negativa dei pochi italiani che ancora sperano in un impossibile ritorno della monarchia.
Il suo cammino verso la vittoria non è stato facile; ha trovato in "giuria tecnica" Lamberto Sposini, il quale non ha mancato di dimostrare in tutti i modi l'antipatia nutrita per Emanuele Filiberto.
Sposini, dopo gli inizi di giornalista impegnato a fianco di Enzo Biagi e dopo aver abbandonato la conduzione del Tg1 perché stanco di sentire Nicola Mancino affermare che "le riforme sono ineludibili" (così giustificò il suo ritorno al Tg5) fu travolto da Calciopoli, perdendo la sua credibilità di opinion leader. Da un po' di tempo si sta riciclando come giornalista leggero e uomo d'intrattenimento, ma non convince tutti. Forse proprio l'antipatia dimostrata ha aiutato il biondo principe a fare breccia tra i telespettatori.
Non siamo a Magenta o sul Carso, ma se sta nascendo un nuovo personaggio televisivo, elegante, contenuto e simpatico, diciamo pure "Avanti, Savoia!".