Venerdì 20 marzo prosegue al Teatro Studio Valeria Moriconi di Jesi la rassegna Scompagina/2. Libri in scena con dedica a Valeria Moriconi promossa dalla Fondazione Pergolesi Spontini in collaborazione con l'Amat e gli Assessorati alla Cultura dei Comuni di Jesi, Maiolati Spontini, Montecarotto, San Marcello, realizzata con il contributo di Banca Popolare di Ancona e Sogenus.
In programma - ad ingresso gratuito - lo spettacolo India di e con Mara Baronti per la regia di Alfonso Santagata e la presenza in scena, al fianco della Baronti, di Cristina Alioto e Patrizia Belardi che ne accompagnano la narrazione con canti, movimenti, percussioni e fiati.
Uno spettacolo, un racconto a più voci e a vari livelli: con la narrazione, la danza, il canto e la musica. Mara Baronti, da sempre innamorata conoscitrice dell'India e della sua cultura, curiosa ed instancabile lettrice dei grandi miti di quella tradizione, racconta nello spettacolo questa passione.
India racconta un popolo e la sua cultura, intrecciando la millenaria tradizione dei Miti orientali con improvvise aperture alla realtà contemporanea e alla Storia. Accade così che i grandi poemi indiani (dal Mahabaratha al Kalika Purana, al Ramajana), dialoghino costantemente con un presente magmatico e una società in veloce processo di trasformazione, lasciando emergere un suggestivo mondo in cui gli uomini e gli Dei convivono nelle contraddizioni della vita quotidiana.
«L'India è il paese dove gli Dei esistono ancora: concreti, reali, oggi», è stato scritto. E non si tratta solo di un modo di dire, sottolinea Mara Baronti. «Fin dalla prima volta che arriva in India, oggi come ieri, un viaggiatore non disattento percepisce che il significato che qui si dà alla vita è davvero diverso da quello occidentale: dagli indiani, anche da quelli immersi nella più indicibile povertà, la vita è sempre vista come un gioco, come qualcosa che va e viene, passa e ritorna. L'India è tutto e il contrario di tutto: il sublime e la sporcizia, la ricchezza culturale e l'indigenza più estrema. Per questo, credo che faccia bene andare ogni tanto da quelle parti. Con un viaggio, con una buona lettura, anche con uno spettacolo come il nostro. India è un elefante che vola e si trasforma. Immenso e leggero. Non racconterà dei grandi successi nell'informatica, dei contadini e delle multinazionali, delle dighe, della dote e delle vedove, ma, spero, del perché tutto questo può accadere. India è un racconto di miti e di Dei che ci serve a entrare nella filosofia degli indiani e, attenzione, qui la filosofia non è una materia scolastica ma vita, ricerca, giorno dopo giorno della conoscenza, non del mondo, ma di Sé. India ci farà rendere conto che questo modo di intendere la vita non è completamente estraneo a noi europei. Quando i nostri popoli, all'albore della civiltà vivevano con il viso rivolto alle stelle anche per noi il tempo era l'eternità e lo spazio il cosmo intero.»
Le scene, i costumi e le immagini dello spettacolo - prodotto da Teatro Stabile di Genova e al Teatro Mercadante di Napoli - sono firmate da Beatrice Meoni, la fonica da Francesco Menconi e le luci da Sandro Sussi. Le musiche sono a cura di Chiara Cipolli, Davide Ferrari, Cristina Alioto e Francesco Menconi.
Inizio spettacolo ore 21.