Barletta, la città della Disfida, insignita di una Medaglia d'oro al Merito Militare
Nell'editoria sulla città spicca un titolo particolare che la fa individuare come luogo tipico per religiosità." Le Cento Chiese di Barletta". Storie d'altri tempi. Il turista curioso, attratto da quel titolo, ne troverebbe tante ma, non più, cento! "Le Medaglie d'oro della città di Barletta", opuscolo curato dalla Deputazione di Storia Patria a firma Michele Cassandro, ne riporta ben dieci assegnate a cittadini barlettani, eroi in varie e differenti battaglie, da quella di Lissa (1866) alla guerra di Spagna, di Grecia e d'Africa Settentrionale. E...,le medaglie, son sempre dieci anche se i tempi, con il lento scorrere degli eventi, sono mutati. Ma due, nel giro di solo sei anni, due Medaglie d'oro, una al merito civile (21 Settembre 1998) e l'altra al merito militare, spiccano sul gonfalone della città, da ieri, 25 Aprile 2004. Sono dello stesso conio ma di valore aggiunto al grandissimo merito che giustifica l'assegnazione individuale delle prime dieci.
Queste, assegnate alla città, per ben due volte nelle mani del Sindaco dott. Francesco Salerno, testimoniano la grandezza di una comunità.
I fatti. Settembre 1943: Il presidio militare della città era affidato al comando del Colonnello Francesco GRASSO. I libri di storia parlano di seimila uomini in armi, dislocati in numerose caserme e depositi di vettovagliamento alle nostre truppe impegnate nei regi territori dell'Egeo. Ovviamente, scritturali in abbondanza e soldati non tutti di prima leva, equipaggiati come tutti, ormai, sappiamo. In assenza di ordini superiori ben precisi, il Colonnello Grasso, a ridosso dell'8 Settembre, dislocò militari nei punti strategici a difesa della città. L'undici mattina, una motocarrozzetta tedesca con quattro militari a bordo, forzò la difesa italiana sul ponte del fiume Ofanto. All'ingresso in città, uno dei quattro cadde sotto i colpi dei soldati italiani e, in vari altri scontri anche con civili, perirono altri due, mentre l'unico superstite fu fatto prigioniero. Nel pomeriggio, sulla via Andria, si combatté la vera e propria battaglia tra soldati tedeschi e i nostri. Si distinsero il Tenente Vasco Ventavoli e il sergente Guido Giandiletti. I tedeschi furono costretti alla ritirata. Il dodici settembre, all'alba, Reparti di paracadutisti tedeschi bombardarono e occuparono Barletta, imprigionarono il Comandante del Presidio militare destinandolo nei campi di concentramento della Polonia con altri ufficiali, trucidarono undici vigili urbani e due netturbini, seminarono il terrore sino al giorno ventiquattro dello stesso mese, quando, la città fu liberata dagli alleati anglo - americani . Si contarono, in quei giorni, trentasette cittadini uccisi e sessantacinque feriti, trentaquattro militari deceduti e ventisette feriti, secondo la testimonianza del Cappellano militare Mons. Giuseppe D'Amato, poi, storico attento, minuzioso e scrupoloso, anche se di parte.
L'assegnazione della Medaglia d'oro al merito civile, nel 1998, non appagò le giuste aspettative dei cittadini di Barletta e, in primo luogo della figlia del Colonnello Grasso, la Signora Maria Grasso Tarantino, che hanno continuato a produrre istanze e documenti per conseguire il più ambito e giustificato onore al merito militare.
Si deve a Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica Italiana, vero garante della più autentica interpretazione storica, civile e sociale, rivolta alla valorizzazione degli episodi legati alla Resistenza e alla Lotta di liberazione se, Barletta, la prima città d'Italia ad aver vissuto giornate di corale resistenza alla violenza tedesca, sia stata onorata da un così alto e significativo riconoscimento. E, per giunta, al Quirinale, la Casa degli Italiani, come ama dire e sottolineare il Presidente, il Venticinque Aprile, nella "Giornata della Liberazione e della riunificazione, anche territoriale, della nostra Patria...celebrazione che scandirà per sempre la vita della nostra Repubblica".
Aspettando Ciampi a Barletta, quando il Presidente lo vorrà e lo deciderà, i cittadini di questa città, hanno capito che l'assegnazione della Medaglia d'oro non fa solo giustizia alla memoria storica della loro città. Decretandone il merito, il Presidente della Repubblica, in qualità di Testimone "delle giornate che segnarono per il popolo italiano, per i popoli d'Europa ammaestrati dall'immane tragedia che avevano vissuto, la riconquista e la riscoperta della libertà", ha voluto consegnare un messaggio, una speranza, un esplicito invito "ad affrontare i problemi di oggi con lo stesso entusiasmo, con la stessa capacità di costruire un futuro migliore" che animò concretamente gli ideali dei cittadini di quegli anni disastrosi e infelici della storia nazionale e mondiale. Barletta tutta, orgogliosa della sua memoria storica, massicciamente presente al Quirinale nella celebrazione del Venticinque Aprile 2004, avverte, con rinnovato entusiasmo civile, la responsabilità morale di scoprirsi più autenticamente italiana.