Che il presidente degli Stati Uniti d'America fosse un personaggio più che pubblico è cosa nota. Ma l'elezione di Obama per la portata storica del fatto in sé e l'approccio del neoeletto presidente con i media fosse oltre modo moderno e diretto ha suscitato molta curiosità su di lui, come persona.
Di tutto quello che è stato detto e divulgato risulta ai nostri occhi interessante conoscere quali sono i libri che l'hanno appassionato e forse influenzato. Ne diamo di seguito un elenco e ci riserviamo qualche piccolo commento.
"La Bibbia"
"Moby Dick" di Oscar Melville (1819- 1891)
Le tragedie di Shakespeare, fra cui la preferita è Macbeth
"Gilead" di Marylinne Robinson
Le opere di Hemingway, fra cui "Per chi suona la campana" risulta molto apprezzato.
"Il potere e la gloria" di Graham Greene
"Il taccuino d'oro" di Doris Lessing
"La canzone di Salomone" di Toni Morrison
Saggi di Ralph Waldo Emerson
Scritti di Abramo Lincoln
Accanto a questi, si dice che abbia letto anche tutti i libri della scrittrice inglese J. K. Rowling incentrati sulle avventure di Harry Potter.
Le opere dell'oggi dimenticato scrittore americano James Baldwin unitamente a quelle del poeta Langston Hughes.
Nella sua biblioteca fa bella mostra di sé anche la voluminosa biografia di Lincoln scritta dalla storica Doris Kearns Goodwin.
Forse noi avremmo voluto scoprire anche "Don Chisciotte" di Cervantes o la "Divina Commedia" di Dante. Ma questa è un'altra storia.
Si tratta di una scelta molto personale e variata; non emerge una particolare predilezione per questo o quel genere letterario, ma forse un'indicazione sulla curiosità nei confronti di voci e di realtà differenti. Appare anche evidente come, nel momento in cui ha svelato i suoi gusti, Obama abbia voluto lanciare un chiaro segnale. Nessun pregiudizio o atteggiamento stereotipato verso il mondo multiforme, multirazziale e multietnico che costituisce gli Stati Uniti e grande attenzione alle radici e alla tradizione. Risulta quasi rassicurante, ma non ovvio e banale.
Milioni di persone che, pur provenendo da paesi distanti tra loro per lingua, usi, costumi e cultura, hanno saputo costruire nel corso degli anni uno Stato forte e prospero. Dove tutto, per i disperati scesi sulle banchine dei porti americani col loro carico di speranze e di fame, è apparso subito chiaro che sarebbe stato possibile fare solo se lo si fosse voluto. E questo è stato e continua ad essere il sogno americano, interrotto e non spezzato, crediamo, in questo particolare momento storico a causa della crisi finanziaria.
Auguriamo al Presidente buon lavoro, con la preghiera che non trascuri la sana abitudine della lettura, vero alimento dello spirito, specie nei momenti più difficili.