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Rosetta, il ritorno
di Teddy Martinazzi

Quando era Ministro dell'Istruzione gli studenti l'avevano ribattezzata "la signora Jerveleno", per la protervia con cui difendeva le proprie opinioni. Non si smuoveva di un pollice; lei, Ministro in carica solo per l'ordinaria amministrazione in attesa che si insediasse il primo governo di centrodestra, si permise addirittura di pubblicare il nuovo Testo Unico della scuola. Dato che il precedente risaliva al lontano 1928, poteva anche aspettare che si fosse insediato il suo successore, così, per rispetto verso gli elettori. Se ne guardò bene. Nello specifico, si sarebbe effettivamente trattato del senatore D'Onofrio e, tutto sommato, a nessuno conviene lamentarsi troppo di quella mancanza di sensibilità istituzionale.

La lunga permanenza sulla poltrona di primo cittadino partenopeo non sembra averla cambiata, semmai sembra averla peggiorata, secondo il vecchio detto che i difetti si acuiscono con l'età. Ai tempi dell'emergenza rifiuti, anzi, della "monnezza", come furono conosciuti su tutti, ma proprio tutti, i media del mondo, affermò categorica che quello era proprio il momento in cui il suo senso della responsabilità le impediva di dimettersi. Il che, se fosse stata un fante sulla linea del Piave, avrebbe commosso l'Italia, ma trattandosi del sindaco che non aveva saputo evitare quello schifo (doppiamente, sia per gli effluvi che per la figura internazionale) fece sghignazzare un po' di gente, mentre molti altri, privi di senso dell'umorismo o semplicemente troppo imbestialiti, trasecolarono per la protervia e la saccenza della signora.

Anche di questi tempi, con quello che è successo in seno alla sua amministrazione, Rosetta non ha mostrato alcuna resipiscenza; poco mancava, prima di varare la sua giunta "rinnovata", che si presentasse davanti alle telecamere con il '91 e le fasce mollettiere per ribadire che il suo dovere era di non muoversi.

Poi è stato un crescendo. Ha registrato un colloquio riservato con i due massimi rappresentanti del suo partito in Campania, ha provocato le dimissioni di uno dei due, ha fatto pubblicamente tagliare il nastro della registrazione, cosa che a qualcuno potrebbe ricordare altre latitudini ed altri regimi, e così marciando.

Se non venisse da piangere, ci sarebbe da sganasciarsi per una sua dichiarazione al giornale "fondato da Antonio Gramsci". A detta della sindachessa i suoi avversari vorrebbero "far rivivere la vecchia DC". Un anonimo corsivista, su di un'altra testata, l'ha prontamente paragonata a Capitan Uncino che si lamenta per il ritorno della pirateria.

Ma Capitan Uncino, di fronte a lei, farebbe la figura di uno scolaretto. Rosetta è più tosta della mitica Brigata Sassari nei giorni di Caporetto e sicuramente la sua carriera politica, svoltasi per gran parte nella "vecchia DC", non si esaurirà a Napoli. Un giorno, forse, la vedremo assisa sulla poltrona che oggi è di Walter Veltroni. Chissà. Rosetta è molto cattolica è le vie della Provvidenza sono infinite.

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