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tasse e tariffe
di D. B. V.

Mentre il Governo insiste per la revisione del Catasto (che, nonostante le ipocrite e inconsistenti rassicurazioni, è funzionalmente strumento e anticamera di un rovinoso incrudimento delle tasse sulla casa e su ogni, grande e piccolo, patrimonio immobiliare), si stringe – senza reale ed efficace fronteggiamento – la tenaglia sui cittadini.

Da una parte, l’aumento del prelievo fiscale. In base ai dati pubblicati dall’OCSE, l’Italia ha ormai superato il 43% nel rapporto tra tassazione e Prodotto Interno Lordo, che era già salito dal 42,4% del 2019 al 42,9% del 2020. Il nostro Paese si colloca così tra i quattro Paesi industrializzati più severi sul piano fiscale. La media del rapporto tasse/PIL tra i 38 Paesi aderenti è del 33,5%. L’aumento maggiore (+1,9%) è stato della Spagna, il maggior calo dell’Irlanda (-1,7%).

Dall’altro lato, l’inflazione con l’impressionante crescita del costo della vita. L’ISTAT, focalizzando il dato relativo all’Umbria, aveva stimato a gennaio una “stangata” media di 1.450 euro a famiglia. La previsione è stata ampiamente superata già ben prima che scoppiasse il conflitto russo-ucraino, con annesse “sanzioni” duramente pagate in ricaduta sulla nostra economia.

Pagano l’inflazione, con percentuali anche superiori all’Umbria: Liguria, Val d’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Un dato nazionale tra i più impressionanti è che il 13,3% dei lavoratori italiani, quanto a capacità reddituale, è scivolato nella c.d. “Fascia di povertà”…

Ecco, noi vorremmo che il Governo italiano producesse atti “strutturali” percepibili nell’ottica di questa emergenza, dell’allentamento di questa tenaglia, quali al momento francamente non si ravvisano. Altrimenti, grandi e piccole potenze, invasori e invasi, “vinceranno” o “perderanno” (o tutt’e due le cose contemporaneamente) la crudele guerra in corso, ma noi ne usciremo comunque tra i bastonati.

articolo pubblicato il: 04/05/2022 ultima modifica: 18/05/2022

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