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spettacolo
“Barrieradanza”

al Teatro Murialdo di Torino


Dopo due anni di pausa forzata dovuta alla pandemia finalmente si ritorna a calcare il palcoscenico. Purtroppo abbiamo il timore che qualche spettacolo possa essere rinviato per via delle numerose quarantene da covid che stanno continuando a fermare le attività legate all’Arte e allo Sport. La decima stagione “Barrieradanza” 2021/22 al Teatro Murialdo di Torino, organizzata dalla Compagnia di Danza L’Araba Fenice, prende il via Domenica 20 febbraio alle ore 18,30 presentando la pregiata rassegna di danza che apre le porte alle scuole di danza del Piemonte.

Il cartellone completo di “Barrieradanza” decima stagione 2021/22 comprende ben 10 spettacoli

Renè Renato Cosenza direttore artistico della stagione e della Compagnia di Danza L’Araba Fenice propone anche per quest’anno un cartellone novità che apre le porte alle scuole di danza del Piemonte.

L’inaugurazione prevede un inizio in grande stile con la scuola del Balletto Teatro di Torino (BTT) diretta da Loredana Furno. Dopo un primo periodo di studio in Sala ballo, ecco un appuntamento che rappresenta al tempo stesso un momento di verifica del lavoro svolto, di pratica di palcoscenico ma, anche una bella occasione per dimostrare i risultati raggiunti dalla Scuola….. finalmente dal Vivo! Sulla scena si alterneranno nei diversi livelli di studio tutti gli allievi, fino ai corsi superiori, in un variegato caleidoscopio di tecniche e di stili coreografici che, passando dal repertorio dei grandi classici ”La Bella addormentata nel Bosco” a tecniche via via più contemporanee, daranno un saggio del percorso scolastico affrontato in questi primi tre mesi di lavoro. La serata sarà arricchita dalla presenza dei Solisti della compagnia, in un DUO creato per il BTT, dal coreografo Jose Reches: “KISS ME HARD BEFORE YOU GO_DUET”.

Completano l’offerta del cartellone spettacoli realizzati da diverse scuole di prestigio del Piemonte.

Perché dedicare la stagione “BarrieraDanza” alle scuole? Cerchiamo di sintetizzare il nostro pensiero, gli argomenti in gioco sono tanti ma si possono raggruppare in alcuni punti cardine: Il futuro della Danza è certo, quello dei danzatori (Italiani) no. I problemi del mondo della danza nascono, secondo noi, da tre errate “visioni” del “sistema danza”: La mancanza di prospettive per il danzatore, la mancanza di formazione del genitore del futuro danzatore, la mancanza di una regolamentazione (e conseguente equiparazione universitaria dei titoli) dell’insegnamento della danza.

Le prospettive: finito il percorso di studi e fatte le prime esperienze “sul campo” giunge il momento di trovare un lavoro (o una sequenza di “ingaggi”) che consenta di mantenersi danzando. Si cade spesso nel pressapochismo delle piccole, estemporanee ed inconsistenti “compagnie di danza” locali, create spesso più per soddisfare un personale bisogno di protagonismo che per costruire un futuro culturale. Mancano le compagnie stabili, mancano le grandi produzioni. Manca il “grande” pubblico e manca l’aiuto statale che troviamo abbondante in altri settori del lavoro. Bisognerebbe, almeno, iniziare dalla scuola ad “educare” i giovani alla cultura dello spettacolo dal vivo e della danza nello specifico e bisognerebbe destinare una parte di quegli “ammortizzatori sociali” come la cassa integrazione ai lavoratori dello spettacolo che, ci sembra, abbiano la stessa dignità degli operai e degli impiegati. Secondo punto: la formazione dei genitori. “porto la bambina a danza perché così fa attività fisica!” Riallacciandoci al concetto che bisogna iniziare dalla scuola dell’obbligo, anche coloro che sono già parte attiva della società andrebbero “educati” sulla reale valenza della danza, non come semplice disciplina sportiva ma come strumento di formazione. Ultimamente la danza è percepita attraverso la televisione come una “sfida” o come uno strumento per vendere prodotti, con queste premesse la strada è tutta in salita. Bisogna ridare dignità alla danza come strumento di formazione caratteriale e sociale affinchè i genitori ripongano e trasmettano la giusta fiducia ai propri figli che frequentano i corsi. Bisognerebbe altresì far passare il concetto che la danza non ha sesso, il danzatore in una società machista è spesso visto come una persona problematica o dal sesso incerto e comunque “su una strada poco seria” rispetto a coloro che scelgono lavori “più adatti ai maschi”. Scardinare questi preconcetti è essenziale per il futuro della danza in Italia.

Le regole. Il mondo della scuola ha regole perfino troppo estese e complesse; Il mondo dell’insegnamento della danza è di fatto quasi senza regole. Finito il percorso di formazione i giovani danzatori spesso non trovano altra soluzione che emigrare, cercando fortuna all’estero, o aprire una scuola. Non c’è nulla di male in ciò, ma con che capacità e con quali titoli legalmente riconosciuti lo fanno? Avranno per le mani il destino fisico e morale di giovanissimi allievi, una grande responsabilità!. Ci sono circa 17mila strutture popolate da 1,4 milioni di allievi, tra i 4 e i 20 anni, un vero esercito che cresce in modo sempre più numeroso e senza alcuna regolamentazione ma gli unici titoli riconosciuti dallo Stato per insegnare danza sono rilasciati dall'Accademia Nazionale di Danza, istituita nel 1948, e che con la legge 508/99 è entrata a pieno diritto nell'ambito dell'alta cultura, divenendo Istituto di Alta Formazione Artistica di livello universitario. Ciò significa che nessun percorso professionalizzante è sostenuto e riconosciuto dallo Stato per la formazione dei danzatori classici e contemporanei, tranne quello dell'Accademia Nazionale di Danza, unico istituto che possa rilasciare attualmente anche diplomi di danzatore riconosciuti dallo Stato. Noi pensiamo che se da un lato bisogna regolamentare meglio e più compiutamente questo settore, magari con una parificazione a “titolo universitario” del diploma di danzatore, dall’altro si deve ampliare la possibilità di accesso all’acquisizione di questi titoli, aumentando il numero e la collocazione territoriale delle scuole in grado di rilasciare questi diplomi; Come primo passo si potrebbe aprire scuole e compagnie di danza in tutti i principali teatri pubblici cittadini. Se il diritto all’istruzione è sancito essere di tutti e di tutte le classi, deve esserlo anche per la danza.

Non siamo gli unici a pensarla così, citiamo due nomi illustri della danza Italiana: “"Per fortuna esiste una giornata per ricordare la danza: i teatri oggi stanno svendendo gli spettacoli e gli artisti, per invogliare i ragazzi ad andare a teatro, non voglio essere retorico ma è un momento non felice per la danza in Italia, anche perché la qualità dei ballerini non è quella di un tempo", dice poi il ballerino Kledi Kadiu, all'AdnKronos che ha interpellato anche il coreografo Luciano Cannito, secondo il quale "l'arte della danza in Italia è sempre stata vissuta come un'attività del doposcuola o di intrattenimento, risente di un disagio culturale arcaico". "la danza sta vivendo di rendita grazie al pubblico e agli insegnanti di ieri. I ragazzi oggi non fanno sacrifici e rinunce per la danza, non si studia più con la disciplina e la dedizione di prima, c'è sempre meno curiosità e non sono più affamati di danza come un tempo. I ragazzi che vogliono fare della danza il lavoro della loro vita dovrebbero trovarsi un lavoro qualsiasi, poi, se si dovesse presentare l'occasione, possono dedicarsi alla danza completamente, ma oggi come oggi è meglio trovare un lavoro diverso. Sarei ipocrita e finto a dire il contrario. Chi vuole fare il ballerino deve andare in teatro, io non vedo mai giovani che lo fanno, si impara tanto guardando gli spettacoli dal vivo e mi riferisco a tutti gli spettacoli, non solo a quelli classici". "I direttori dei teatri fanno salti mortali per portare in Italia compagnie affermate, ma i giovani non rispondono positivamente e pretendono soltanto, mi riferisco sempre a chi studia danza - aggiunge Kledi - è logico che tutto ciò incida profondamente sulla crisi del settore della danza in Italia. Le scuole sono tantissime, ma tutti pensano a coltivare il proprio orticello; so che la crisi economica pesa molto sui giovani ballerini, però se si vuole fare questo lavoro bisogna fare sacrifici e rinunce, questo, almeno, è quello che ho fatto io", conclude il ballerino. Per Cannito "la danza in Italia è un settore più vivo che mai ma solo dal punto di vista delle scuole. Sono tantissimi i giovani che la studiano ma viene spesso considerata un'arte che non ha la stessa dignità della lirica e della musica - afferma - Ciò fa sì che in Italia siano pochissimi i corpi di ballo e si stanno spegnendo le motivazioni perché si studi danza, preferendo l'estero. Se è vero che in termini di costi economici è un settore che risente della crisi, in termini di costo sociale è ancora più grave che sia penalizzata in questo modo perché dà senso e passione alla vita di molti ragazzi". "La danza è l'unica forma d'arte che oggi può portare i ragazzi a teatro - continua il coreografo - Non capisco perché debba essere considerata una disciplina di serie B rispetto alla lirica, ad esempio. La società ha bisogno della danza, che oltre a creare un indotto culturale ed economico incredibile fa bene al corpo, crea disciplina e senso del dovere". "La giornata mondiale della danza dovrebbe essere una giornata per fare interessare anche il mondo della politica a un'arte che sta cambiando la cultura e la società. In Italia ci sono solo quattro corpi di ballo, e con queste prospettive, sinceramente, mi chiedo cosa studino a fare i giovani ballerini", conclude Cannito”.

La Stagione prosegue con:

A marzo un nutrito numero di spettacoli: sabato 5 il “balletto di Torino” diretto da Beatrice Belluschi in “ Soirée Classique” a seguire domenica 6 il “Gabbiano” di Torino diretto da Franca Pagliassotto in “Di Nuovo Insieme” mentre domenica 20 la “Star Dance” Torino diretta da Roberta Ramazzina, Stefano Muià e Samia Stilo in “La Città di Pulcinella”.

Ad Aprile: sabato 2 un nome ormai consolidato nella nostra stagione: “La Nouvelle Maison De La Danse”Torino diretta da Carla e Cristina Perotti con “Invito alla Danza” un omaggio alla Danza Classica, Contemporanea e Moderna, domenica 10 “Prestige” di Susa diretta da Eleonora lombardo “This is me” e sabato 30 “School of Ballet” di Rivoli diretta da Steve Scelsi e Fabio Bianchi in “Il Primo dei Tanti”.

La rassegna si concluderà a maggio: sabato 21 “Arte in Movimento” di Giaveno diretta da Alessandra Pomata in “Il Coraggio di Vivere” ed infine domenica 22 Adriana Cava con il suo “Jazz Ballet” in collaborazione con Enrica Patrito in “Caleidoscopio”.

I prezzi per assistere agli spettacoli: Intero 10 euro

articolo pubblicato il: 14/02/2022

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