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il Fornero
di Carla Santini

Che la classe politica italiana, in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica, abbia dato una pessima immagine di sé in Italia ed all’estero è fuor di dubbio; lo spessore culturale lascia molto a desiderare e l’approssimazione la fa da padrona. L’amara constatazione è che non possiamo lamentarci, perché i parlamentari stato stati eletti da noi e quindi espressione, nel bene o nel male, dell’intero popolo italiano.

Qualcuno ha detto apertamente che la paura dei peones è quella che la legislatura finisca prima di settembre, quando, dopo quattro anni e sei mesi, scatta il diritto al vitalizio. Per questo si sarebbero indirizzati sulla rielezione di Mattarella. Si possono anche capire, chi ha la fortuna di appartenere ad uno dei due rami del Parlamento vive in un mondo ovattato, con una serie di privilegi impensabili in altre nazioni e ha terrore del dover dopo tornare nella quotidianità di semplice cittadino. Per questo non è difficile, per chi frequenta le sacre stanze, vedere ex deputati seduti sui divani del Transatlantico o in piedi alla buvette, per sentirsi ancora parte di quel mondo privilegiato.

Il PD, con il suo striminzito dodici per cento dei grandi elettori, è riuscito ancora una volta ad eleggere un Presidente della Repubblica espressione delle proprie file, capolavoro strategico riuscito anche per i demeriti degli altri, a cominciare da Matteo Salvini, che al Papeete fece cadere il governo sicuro di andare alle elezioni ed è riuscito a perdere ancora a Milano, dove la Lega, sulla carta, dovrebbe raggiungere percentuali bulgare. Salvini, evidentemente, era molto sicuro di sé come capo del centrodestra e come grande politico, dimenticando che nel PD sono confluiti gli eredi, del PCI, del PSI e, soprattutto, della DC. Il milanese Manzoni avrebbe detto: “Vai, vai, povero untorello”…

Si parla tanto di donne e della necessità che abbiano più spazio nei campi tradizionalmente appannaggio degli uomini, ma anche stavolta si è persa un’occasione storica per dimostrare che il ruolo delle donne sta a cuore a tutti. Nel momento in cui veniva affossata la candidatura dell’ambasciatrice Belloni, gli ospiti di una trasmissione di approfondimento interrompevano le disquisizioni sulle votazioni e sull’economia per sottolineare compiaciuti che non si deve dire “la Fornero”, ma semplicemente, “Fornero”. Ogni considerazione sarebbe pleonastica.

articolo pubblicato il: 31/01/2022 ultima modifica: 15/02/2022

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