Nell’estate ed autunno 2016, un vasto “cratere” dell’Italia centrale è stato squassato dai sismi violenti che – unitamente a territori del Lazio, delle Marche e dell’Abruzzo – ha portato distruzione nella nostra Valnerina, interessando le aree del Nursino e del Casciano, oltre alla più bassa Valnerina e parti dello Spoletino compreso il centro urbano. Con comprensibili sentimenti sono state vissute le celebrazioni di questo triste anniversario, con la consueta presenza di autorità d’ogni livello e gli ormai ricorrenti discorsi di circostanza.
L’evento più significativo, a dire il vero, ci è sembrato – in occasione del costituito Gruppo di Protezione Civile nursino e consegna degli attestati da parte del coordinatore nazionale Fabrizio Curcio – la presentazione del libro “Doppia Zona Rossa. Dal sisma al coronavirus” scritto dal Sindaco di Norcia Nicola Alemanno per la editrice Rubbettino. Sono 183 pagine da leggere tutte d’un fiato, perché sono la cronaca emotiva di un dramma, la testimonianza di un impegno tremendo che l’ha seguito, l’esposizione documentata di quanto è stato concretizzato e del moltissimo che c’è da fare con oggettive e pratiche indicazioni.
Non si può negare che qualche parte della ricostruzione sia finalmente avviata. Contemporaneamente va reso ammirato onore agli artigiani, ai commercianti, agli operatori economici che non hanno ceduto alla disperazione ed hanno fattivamente reagito (in proprio), rimettendo in moto, per quanto possibile, le loro attività. Al loro spirito di resistenza e intraprendenza dobbiamo il sopravvivere di queste splendide e sfortunate plaghe, contrastando con indomita volontà lo spopolamento e il degrado. Ma con altrettanta franchezza dobbiamo dire che il protrarsi dello stato presente, a cinque (diconsi cinque!) anni di distanza, è sconcertante, iniquo e inaccettabile. Le responsabilità politiche sono evidenti e assai pesanti.
Non ricadono certo sui Sindaci ed amministratori locali, che si sono spesi allo stremo nel momento delle emergenze e non hanno mai sospeso né diminuito l’impegno in tutte le sedi perché fossero effettivamente stanziate le risorse e semplificate drasticamente le procedure di ricostruzione pubblica e privata, oltre che garantiti un robusto sostegno alle attività economiche e la massima continuità dei servizi essenziali alle popolazioni. Ci sentiamo di sottoscrivere toto corde le dichiarazioni rese in questo mese dal Sindaco di Norcia Alemanno, dal Sindaco di Preci Massimo Messi e dal Sindaco di Cascia Mario De Carolis, senza distinzione di appartenenze politiche. Ma altrettanta sintonia dobbiamo manifestare con i Comitati spontanei che mantengono viva la protesta per i ritardi e le inadempienze, per colpa dei quali troppi esodi si sono verificati e molti altri rischiano di determinarsi.
In questi luoghi belli e martoriati abbiamo assistito alle visite scenografiche del Papa, dei vari Presidenti del Consiglio succedutisi e Ministri assortiti, del Presidente della Repubblica, per assicurare che “nessuno sarebbe stato abbandonato o lasciato indietro”. Ebbene, molti sono stati e sono lasciati indietro, intere situazioni zonali sono state abbandonate, perfino le macerie persistono in molti luoghi, le procedure sono esasperanti e talvolta impercorribili. I servizi pubblici fondamentali, nonostante le accorate pressioni degli Amministratori locali (che si vedono peraltro destinatari di polemiche inconcludenti quando non addirittura di procedimenti giudiziari), restano debilitati quando non direttamente obliterati. Norcia e Cascia restano privi di efficienti Ospedali di territorio. L’Ospedale DEU di tradizionale riferimento, in Spoleto, è stato scriteriatamente interdetto dalla Giunta Regionale per farne un centro covid. Del resto, tre anni di governo regionale di sinistra e due di centrodestra non hanno propiziato impulsi visibili della ricostruzione. Lo stesso dicasi di ben quattro Commissari straordinari succedutisi. L’attuale (anch’egli targato PD), Giovanni Legnini, è per lo meno persona sicuramente autorevole, politicamente esperto e conoscitore dei territori: tutte le speranze sono che le sue buone intenzioni, confortate da primi provvedimenti abbastanza condivisi, facciano fare decisivi e accelerati passi avanti!
Di fatto, un certo numero di progetti privati è stato accolto e messo a cantiere. Ma sono veramente troppi i cittadini e nuclei familiari, quasi sempre con anziani, ancora ricoverati nelle casette SAE. Assolutamente in alto mare la ricostruzione degli edifici pubblici. Legnini afferma che “ora i soldi ci sono” e sono stati esposti ventinove esemplari progetti. I più anziani nursini, casciani e preciani, vorrebbero ardentemente ricordarli realizzati.
articolo pubblicato il: 08/11/2021 ultima modifica: 24/11/2021