Il grande direttore Arturo Toscanini non amava Giacomo Puccini, perché considerava la musica del compositore lucchese troppo sdolcinata, mentre apprezzava la maestosa tragicità delle note di Verdi. Questione di gusti. Se, dopo un secolo, le opere di Puccini sono ancora in cartellone in giro per il mondo, mentre quelle di tanti suoi contemporanei sono finite nel dimenticatoio, qualche ragione ci deve essere; la principale è che le melodie pucciniane riescono a commuovere anche a distanza di tanto tempo e nonostante il mutare dei gusti musicali.
Ci fu ai suoi tempi chi scrisse cose molto più cattive dell’opinione di Toscanini, come il critico musicale che affermò che la musica di Puccini era adatta alle parrucchiere e a qualche altra categoria di lavoratrici. Si trattava evidentemente di un radical chic ante litteram che fingeva di non annoiarsi ascoltando un’opera di Wagner il cui primo atto era lungo come tre atti di Puccini. Sicuramente Puccini piaceva alle parrucchiere, in un’epoca in cui il teatro lirico era lo spettacolo popolare per antonomasia, con punte di gradimento che oggi riscuotono solo certe trasmissioni televisive, ma piaceva a tutti, non solo alle parrucchiere.
Mettere in scena un’opera di Puccini significa attendersi il teatro pieno, cosa che avviene regolarmente, così come sta accadendo in Umbria con “Madama Butterfly”, che, dopo le rappresentazioni al Teatro Nuovo Giancarlo Menotti, andrà in scena nei principali teatri della regione.
Non è la prima volta, nei suoi settantacinque anni di vita, che il Teatro Lirico Sperimentale fa cimentare nell’opera forse più amata del Maestro i vincitori del concorso per nuove voci.
La vicenda di Cio Cio san è ben nota, ma affascina sempre creando un forte impatto anche sullo spettatore contemporaneo. Forse perché rimanda a echi di cronaca che parlano di un diffuso e squallido turismo sessuale. La donna ingannata e vittima dell’amore e dei cliché dell’epoca riesce comunque a riscattare la sua dignità, pienamente consapevole delle sue scelte esistenziali del passato Non cerca, nonostante la giovanissima età, giustificazioni o perdoni, ma solo il bene del figlio e si immola, vittima sacrificale, all’altare dell’amore.
L’urlo finale di Pinkerton fa pensare ad un tardivo ravvedimento dell’uomo,
E quest’anno accanto alla bravura e alle convincenti interpretazioni dei cantanti che si sono succeduti nei ruoli principali si è avuto anche un grande impegno organizzativo da parte di tutta la dirigenza del Teatro Lirico Sperimentale, la presidente Battistina Vargiu, il direttore generale Claudio Lepore ed i direttori artistici Michelangelo Zurletti ed Enrico Girardi.
L’allestimento di “Madama Butterfly” ha visto come Maestro Carlo Palleschi, la regia di Stefano Monti coadiuvato da Monique Arnaud, i costumi di Clelia De Angelis e le luci di Eva Bruno.
articolo pubblicato il: 19/09/2021 ultima modifica: 28/09/2021