Centotrenta dei centotrentanove Paesi aderenti all'OCSE, l'organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo economico, hanno firmato un documento comune che cambia radicalmente la fiscalità internazionale. Si tratta, in pratica, di un modo per impedire alle multinazionali di registrarsi presso i paradisi fiscali per evitare di pagare le tasse.
L'accordo è stato raggiunto dopo tre anni di lavoro e prevede che le multinazionali pagino per lo meno il quindici per cento dei loro guadagni.
Perù, Irlanda e Ungheria non hanno firmato la dichiarazione, ma la Cina, da molti considerata un paradiso fiscale, si è allineata alla posizione degli altri Paesi.
L'accordo prevede inoltre una giusta ripartizione degli introiti tra i Paesi in cui le multinazionali hanno le loro sedi e quelli in cui svolgono le loro attività. Questa parte della dichiarazione sembra volta particolarmente ai giganti del Web.
Secondo un calcolo della OCSE, a partire dal 2023, quando gli accordi entreranno in vigore, si avrà una redistribuzione degli introiti pari a duecentocinquanta milioni di dollari all'anno.
articolo pubblicato il: 05/07/2021 ultima modifica: 10/07/2021