A chiunque lavori col colore non occorrono arringhe per celebrarne la potenza.
Che il colore possa stimolare e suscitare risposte del nostro organismo e' fuori discussione, osservava Mario Schinelli qualche decennio or sono. Sul piano fisiologico, lo stimolo visivo del rosso accelera il ritmo del polso e del respiro, incrementa il metabolismo e le secrezioni ormoniche, rinforza il tono e la tensione dei muscoli, favorisce l' iperfunzione ipofisaria e tiroidea, stimola i centri nervosi e la funzione delle cellule, eccita ed affatica la retina con molta rapidità.
Quello del blu - in una sorta di antagonismo col rosso - esercita un potere rilassante sul sistema neuro-vegetativo. Circolazione, pressione, temperatura corporea, tono muscolare, metabolismo partecipano direttamente a questi fenomeni contrastanti. Il giallo ripete, su scala minore, l'azione stimolante del rosso; all'arancione è riconosciuta la proprietà di favorire la secrezione gastrica e salivare; il verde è biologicamente "conservativo" (SAPONARO); il bianco e il grigio sono neutri e anodini.
Che i colori possiedano proprietà terapeutiche è cosa risaputa da sempre.
Come nella moderna cromoterapia si ritiene, ad esempio, che il rosso sia particolarmente indicato per la cura di certe affezioni cutanee che richiedono una vasodilatazione locale,così nella più antica pratica medica lo si raccomandava nella cura del morbillo, favorendone appunto, il rosso, l'eruzione cutanea. "Contra morbillosis commendamus, non solum aspectum, sed et circumamictum, ut tardans fervidioris sanguinis eruptio accelerertur" scriveva Vopisco Plempius nella sua Ophthalmographia del 1632 . E così pure nella sapienza popolare ( nella superstizione, se si vuole), a proposito di morbillo, pare che il rosso abbia di questi poteri:
"Metteteje quarche cosa de rosso, addosso a li regazzini, così je sfoga!", recita un consiglio di cromoterapia a livello rionale (U.PACILIO).
Ma è in rapporto alla nostra vita emotiva e spirituale che il colore esibisce immediatamente tutta la sua forza, destando sensazioni di rilassatezza o di tensione, di piacere o di irritazione, di soddisfazione o di frustrazione, di spiritualità o di passione. Leon Baskst, celeberrimo scenografo e costumista dei Balletti russi di Diaghilev all'inizio del Novecento, era un acceso sostenitore della verità della potenza del colore. "Ho notato spesso - scriveva - che in ogni colore del prisma ci siano gradazioni che esprimono a volte franchezza e pudore, a volte sensualità e perfino bestialità, a volte orgoglio, a volte disprezzo(...). Ci sono rossi trionfali e rossi che uccidono (...).C'è il blu di Santa Maddalena e il blu di Messalina". Il suo lavoro consisteva nel manipolare il pubblico mediante questi effetti e ci riusciva pienamente.
Molti artisti hanno cercato di stabilire corrispondenze psicologiche e spirituali con le singole tinte. Franz Marc, nel dicembre del 1910, scrisse: "Azzurro è il principio maschile, aspro e spirituale. Giallo il principio femminile, dolce, gaio e sensuale. Rosso la materia, brutale e greve, il colore che continuamente deve essere combattuto e superato dagli altri due!". Kandinsky, certamente il più conosciuto, e ripreso, considerava il colore come un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull'anima:
    "Il colore è il tasto.
    L'occhio è il martello.
    L'anima è il pianoforte
    dalle mille corde".
Ma già Goethe - a cui molto doveva Kandinsky - pensava che gli effetti del colore, in ogni occasione decisi e significativi, fossero immediatamente associati con le emozioni. Di là dal fatto ottico, in sostanza, il colore significa qualcosa, e a questa compenetrazione del sensibile col significativo, si lega quella che egli definiva sinlich-sittlichhe Wirchung (Azione sensibile-morale) del colore, cioè la valenza del colore 'vissuto', senza una distinzione tra un 'fuori' puramente sensibile e un 'dentro' significativo.
"Non ci stupiremmo - egli scriveva - che (il colore) esercita sul senso della vista (...) e , per suo tramite sull'animo (...) un'azione specifica (...) decisa e significativa (...). L' esperienza insegna che ogni singolo colore dona un particolare stato d'animo. Di un francese, ricco di spirito, si racconta: "Il pretendoit que son ton de conversation, avec Madame étoit changè depuis qu' elle avoit changè en cramoisi le meuble de son cabinet, qui etoit bleu".