L'enorme successo di pubblico dello sceneggiato su Maria Josè di Savoia ha sbalordito solo chi crede che gli italiani non siano curiosi della propria storia, sia pur affidata ad una fiction che per sua natura non può essere che spettacolare, superficiale e storicamente imprecisa.
>Le polemiche che hanno accompagnato e seguito la trasmissione portano ad un interrogativo che esula dalla fiction stessa e dalla figura dell'ultima regina d'Italia. La domanda è se sia corretto interpretare la storia facendo rivivere i personaggi nella propria quotidianità. Un grande personaggio storico come può essere una regina in un Paese che ne ha avute solo tre andrebbe rappresentato solo per quanto concerne i suoi atti pubblici, storicamente accertati e sanzionati. Il privato non appartiene alla storia se non quando si fa pubblico, quando un atto privato come l'innamoramento di Enrico VIII per Anna Bolena non produca un effetto pubblico come lo scisma d'Inghilterra. Per il resto, sapere che re e regine avevano amanti segrete e pubbliche favorite dovrebbe interessare solo chi è alla ricerca di particolari piccanti, per proprie tendenze e non per ricerca di motivazioni storiche.
La lunga e manifesta relazione di Umberto I con la contessa Litta (talmente manifesta che, alla morte del re, la regina Margherita permise che la contessa salutasse per l'ultima volta la salma) o le ricorrenti voci su veri o presunti amanti della regina Elena (sembra che l'ultimo fosse il padre di Luchino Visconti) non hanno alcuna rilevanza storica. Diverso è il caso quando storie di letto hanno interferito con la grande storia e più spesso con la storia della diplomazia. Senza volersi soffermare sul caso eclatante della contessa di Castiglione alla corte di Napoleone III, la diplomazia ha spesso utilizzato, nei secoli passati, mogli particolarmente attraenti di ambasciatori per incarichi particolarmente delicati. Durissima fu la battaglia che il marchese di Villlars, ufficialmente addetto militare ma in realtà agente tuttofare di Luigi XIV, condusse presso l'elettore di Baviera Max Emanuele per strapparlo dalla sua alleanza con la casa d'Asburgo; riuscì a far uscire dalle grazie dell'elettore l'amante ufficiale, moglie dell'ambasciatore imperiale conte Kaunitz, grazie alla contessa Vehlen, molto giovane e bella. In seguito agli strepiti dell'ambasciatore per la perdita di posizione della propria moglie, Vienna inviò in tutta fretta a Monaco una vecchia intrigante, la contessa di Paar, con l'incarico di rimettere le cose a posto. Ma Villars bloccò la Paar con centomila talleri e fece completamente dimenticare l'ambasciatrice grazie prima a madamigella Canossa e quindi a madamigella Sinzendorf. Nella Dieta di Regenburg l'elettore di Baviera dichiarò la sua avversione a spendere sangue e denaro tedesco per i problemi di successione in Spagna della casa d'Asburgo. La dichiarazione suscitò meraviglia e irritazione a Vienna, ma Villars aveva lavorato ottimamente.
Questi sono i casi in cui la vita privata delle grandi famiglie che nei tempi passati facevano la storia possono interessare. Il resto è solo inutile curiosità pruriginosa.