Aveva un cognome italiano il rifondatore della zarzuela spagnola. La zarzuela era nata nel seicento con "El golfo de las sirenas" di Pedro Calderón de la Barca (l'autore delle musiche è rimasto sconosciuto). Ben presto la zarzuela fu soppiantata nei teatri importanti dall'opera italiana e si ridusse a "género chico", specie di farsa in musica, e a "tonadilla", intermezzo di venti minuti.
Fu il compositore Francisco Asenjo Barbieri, a metà dell'ottocento, a propugnare il ritorno alle vere tradizioni spagnole, pubblicando il "Cancionero de palacio de los siglos XV y XVI" (affermò che la decadenza della composizione spagnola era dovuto all'imitazione dei modelli stranieri).
Dal 1851 fino a poco prima della morte (1894) Barbieri domina la scena spagnola. Non esiste soprano in Spagna che non abbia cantato l'aria "Como nací en la calle de la Paloma", pezzo forte de "El barberillo de Lavapiés". Ma Barbieri fu anche critico ed editore della rivista "La España musical" e si deve alla sua attività di teorico se i compositori spagnoli dopo di lui ebbero consapevolezza della nobiltà della zarzuela.
Morì tra gli onori, ma non rinnegò mai i suoi inizi tra le ristrettezze, quando suonava nei caffè e nelle bande militari o cantava come basso comico.