Non soltanto i paesi affacciati lungo le coste o le molte isole e arcipelaghi dellOceano Pacifico (Cina, Cile, Perù, Alaska, Australia, Giappone, Nuova Guinea e Hawai) vengono con cadenza quasi annuale investite dalle grandi e devastanti onde anomale chiamate Tsunami. Contrariamente a quanto si possa pensare, anche la penisola italiana, ma anche le isole e le coste della Grecia e della Turchia (ricordiamo ad esempio il terremoto e la micidiale onda di 30 metri che sconvolsero nel 1999 la cittadina anatolica di Izmit), è infatti potenzialmente soggetta a questo sgradito scherzo della natura a causa dellelevata sismicità di alcune sue regioni costiere meridionali.
Nel corso della storia, anche abbastanza recente, non di rado i litorali pugliese, siciliano e calabrese sono stati infatti investiti da singole o diverse onde anomale alte talvolta 20, 30 e addirittura 40 metri, e in grado di spazzare via interi paesi e di affondare o fare arenare navi anche di notevole tonnellaggio. Stando al parere unanime degli esperti, nel corso della storia gli Tsunami mediterranei si sono verificati quasi sempre in concomitanza con potenti terremoti e/o maremoti, vedi quelli verificatisi negli anni 1627, 1693, 1783 e 1908. Basti pensare che una parte dei gravissimi danni provocati dal famoso terremoto di Messina furono provocati da una serie di onde alte circa 20 metri che in seguito alla scossa si fransero lungo il litorale della martoriata città. Ma andiamo per ordine.
Una delle più spaventose onde che si siano mai viste montò nella zona centro meridionale dellAdriatico il 30 luglio 1627, andando ad infrangersi contro il promontorio del Gargano. Questo Tsunami fu innescato da un terremoto (gli scienziati ipotizzano dellundicesimo grado della scala Mercalli) avente come epicentro larea a nord-est di San Severo. Londa, alta circa 45 metri e lunga cinque chilometri investì la zona costiera tra Fortore e San Nicandro, nei pressi del Lago di Lesina, sommergendo decine di paesi costieri e causando la morte di 5.000 persone.
Le pittoresche (ed esagerate) cronache dellepoca riferiscono che la città costiera di Termoli sprofondò negli abissi per poi ritornare a galla come un tappo di sughero. Scherzi a parte, a Termoli londa provocò in effetti danni gravissimi e centinaia di vittime. L11 gennaio 1693, la Val di Noto (Sicilia orientale) venne scossa da un terremoto di magnitudo 6.8 che causò la morte di 70.000 persone e la distruzione pressoché totale di villaggi e cittadine nelle province di Siracusa, Ragusa e Catania. In quelloccasione, le città Catania, Augusta e Messina furono investite da uno Tsunami di circa 20 metri di altezza che distrusse numerosissime imbarcazioni allancora e abitazioni costiere, danneggiando anche il monastero di S. Domenico in Augusta. Nel febbraio 1783, la Calabria sperimentò la più violenta e persistente sequenza di terremoti di cui si abbia memoria negli ultimi duemila anni. Il 5 febbraio, il primo sisma danneggiò circa 400 paesi causando 25.000 vittime, molte delle quali residenti a Messina.
Subito dopo, un gigantesco Tsunami innescato dal sisma andò ad infrangersi contro Reggio Calabria, Messina, Torre del Faro, Cenidio e Scilla. Messina, Reggio Calabria , Roccella Ionica, Scilla e Catona ebbero le strade allagate e lacqua del mare si addentrò nella terraferma per quasi due chilometri trascinando a secco decine di pescherecci.
Il giorno seguente, si verificò una seconda scossa tellurica con un nuovo Tsunami che distrusse praticamente lintera Scilla. La particolarità di questultima grande onda è che essa non venne direttamente provocata dal terremoto, ma dallo scivolamento in mare di una parte del Monte Paci. Molti abitanti di Scilla, spaventati dalla terribile sequenza delle scosse, cercarono rifugio sulla spiaggia, ma qui vennero sorprese dalla ondata alta 12/15 metri.
Millecinquecento furono le vittime. Il 28 dicembre 1908, Messina e in misura minore Reggio Calabria vennero sconvolte dal più potente terremoto mai registrato in Italia (pari allundicesimo grado della scala Mercalli). Dopo la prima giornata di spaventose scosse, ne seguirono per 72 ore altre 60 di minore intensità, alle quali si aggiunsero le 2.000 di assestamento registrate nei due anni seguenti. Nella catastrofe perirono 70.000 persone su una popolazione di 170.000 abitanti ed oltre il 90% degli edifici della città venne distrutto. Il sisma provocò inoltre un mostruoso Tsunami, in assoluto il più grande mai registrato nel nostro Paese. Dapprima, lungo la costa si manifestò un ritiro delle acque, seguito pochi minuti dopo da tre grandi ondate di 40 metri ciascuna che portarono ovunque distruzione e morte. Le località più duramente colpite furono Pellaro, Lazzaro e Gallico sulle coste calabresi e Riposto, S. Alessio, Briga e Paradiso su quelle siciliane. Tutte le costruzioni situate a meno di 300 metri dalla spiaggia vennero spazzate via dall'impeto dell'onda. Alcune rare immagini scattate dal prof. G. Platania in occasione dello spaventoso Tsunami del 1908 aiutano a ricostruire e a farsi unidea dellentità della catastrofe naturale.