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spettacolo
ritorno a Spoleto

Inizierà alla fine di questo mese, per concludersi ai primi di luglio, la quaranticinquesima edizione del Festival di Spoleto, un tempo conosciuto come Festival dei Due Mondi.
La caratteristica di questo che è stato il primo appuntamento generalista dello spettacolo italiano è quella di essere sempre in crisi. Si parla di crisi del festival, come da sempre si parla di crisi del cinema o del teatro. Una lunga crisi che non sfocia in una fine o in qualcosa d'altro. "Obsoleto Festival di Spoleto" dichiarò Marcello Marchesi nei lontani anni sessanta. Ma la madre di tutte le manifestazioni artistico-culturali che si tengono ogni estate in ogni parte d'Italia si ripresenta ogni anno sempre fresca e nuova, come il suo fondatore, Giancarlo Menotti, che malgrado i suoi anni (ne festeggerà novantuno proprio nei giorni della manifestazione) non perde occasione di polemizzare con gli amministratori locali (tanti "cadaveri" di politici ha visto confucianamente galleggiare sul torrente Tessino) e di ogni cosa gli passi per la testa. ''Architettura stupenda, quello che manca forse e' l'anima, la misura dell'uomo''. Così si è espresso davanti all'Auditorium di Roma appena inaugurato. ''In fondo - ha aggiunto - le grandi opere appartengono agli architetti. I vecchi saggi, come me, non amano gli spazi immensi, ma piuttosto luoghi piu' intimi dove poter presentare la loro musica in un rapporto 'minimalista' con l'opera ed il pubblico''.
Menotti nel corso della sua lunga carriera (Amelia al ballo, sua prima opera lirica, è del 1937) ha collezionato polemiche, memorabili litigate, rotture clamorose (come quella con i soci di Charleston, in South Carolina), ma anche tanti amici ed estimatori. Questi ultimi apprezzano la sua capacità di proporre un festival sempre nuovo, sempre fresco, mai in cattedra. Gli altri, politici in testa, non hanno apprezzato la delega di sempre maggiori responsabilità al figlio, facendo prevedere una successione certa. Ma i suoi detrattori dovrebbero chiedersi chi avrebbe conosciuto Spoleto senza il festival e come questo sarebbe sopravvissuto senza il carisma di Menotti.

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