In un convegno tenutosi a Madrid a cura della Fondazione Areces è stato fatto il punto sulla conoscenza di prioni, retrovirus e viroidi, agenti patogeni talmente eterodossi da ribaltare leggi consolidate della biologia molecolare, mantenendo comportamenti biologici non convenzionali.
I prioni sono responsabili di malattie come l'aids e la "mucca pazza", i retrovirus sono presenti in tutti i vertebrati e ne costituiscono il cinque per cento del DNA, i viroidi sono tipici delle piante (almeno si spera, anche se non i esclude che possano trasmigrare negli animali). Questi ultimi, molto elementari, producono malattie in diversi tipi di piante, come cetrioli e pomodori, o tuberi come le patate. Un viroide ha provocato la morte di venti milioni di alberi da cocco nelle Filippine, ma un altro ha fatto la fortuna di molti coltivatori di arance, in quanto gli aranci crescono della metà, producendo però lo stesso numero di frutti e delle stesse dimensioni di quelli normali (con il doppio delle piante per ettaro).
I retrovirus possono passare di generazione in generazione senza produrre danni, ma inseriscono il loro DNA in una cellula e possono modificare un cromosoma. Sembra che non abbiano alcuna intenzione di produrre danni nei loro ospiti, ma ancora se ne sa piuttosto poco.
I prioni provocano l'aberrazione cellulare di una proteina dalla funzione sconosciuta, la PrP. Sembra che la PrP contribuisca al trasporto di ioni, ma la sua presenza è indispensabile per la propagazione dei prioni, agenti patogeni privi di carica genetica. Ancora una decina di anni fa era opinione comune che i prioni fossero tutt'altro da quello che effettivamente sono e Stanley Prusiner, il loro scopritore, era considerato fino al 1997 (anno in cui vinse il Nobel) una specie di scienziato pazzo. Ancora oggi non si conosce il meccanismo per cui i prioni possano ucidere le cellule o vivere in un organismo senza essere mortali.
Da un anno a questa parte si stanno sperimentando sistemi per bloccare l'incontro del prione con la PrP. Se si riuscirà ad andare avanti su questa strada, ci saranno notevoli speranze di trovare nuove terapie.