La vicenda della Natività, intendiamo naturalmente l'assedio israeliano alla Basilica dove si erano rifugiati un paio di centinaia di miliziani palestinesi, dopo la sua conclusione lascia qualche curiosità alle quali è difficile ( o facile ?) rispondere. Come hanno vissuto e come si sono nutriti per quaranta giorni i miliziani, i frati cattolici e non e i poveracci capitati là per caso cercando di sfuggire alla guerra?
Numerose volte il portavoce degli "assediati" interpellato telefonicamente dalla nostra TV pubblica ci ha parlato di una drammatica situazione ed ha insistito sulla mancanza d'acqua, cibo di qualsiasi genere, neppure il pane e di energia elettrica "tagliata". Poveretti, ci dicevamo, come faranno a resistere, sono veramente degli eroi. Dopo la felice conclusione dell' assedio arrivano subito i giornalisti ed ecco svelato l' arcano: tra i primi ad entrare nella Basilica liberata c'era l'inviato del Corriere della Sera, Lorenzo Cremonesi ed ecco cosa ha riferito: "Negli armadi usati per gli arredi sacri, ai lati dell'altare principale, si notano sacchi di riso, scatole di spaghetti,sale, zucchero, farina, conserve di carciofini, frutta e verdura, scatolette di mais, humus in vasi di plastica, acqua in taniche gialle da 20 o 30 litri sparse dovunque". Ed ancora in gran quantità: "Sardine, formaggi, scatole di formaggini, salame". Non c'è male, ben altro che l'erba del giardino del convento che, a dire del portavoce, gli assediati erano costretti a mangiare. Una piccola (?) bugia, caro Padre Ibrahim, naturalmente a fin di bene. E poi i miracoli, lì sono di casa.