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"C’era una volta la nebbia"

Antonio Taverna


Le quattro novelle raccolte nello scritto propongono storie di uomini e donne della Pianura che, piegati dalla guerra, contavano sull’intraprendenza dei giovani per risollevarsi. L’istruzione e l’abbandono dei vecchi mestieri di contadino e manovale erano la via scelta per la crescita sociale. Il sacrificio comune di genitori e fratelli permetteva a qualcuno dei giovani di studiare e realizzare il sogno di guadagnare una posizione sociale migliore. Tra la gente della Pianura non c’erano eroi o figure carismatiche; la normalità era il motore della vita e la voglia di migliorare era la leva per affrontare le avversità; la forza della comunità era la condivisione degli obiettivi di progresso. Le divisioni politiche si concretavano solo nei giorni delle elezioni, poi la comunità si univa. Nei racconti, la nebbia è a volte la coltre che isola e protegge e alimenta le fantasie, mentre altre volte è il muro contro cui si consuma un dramma.

Cineforum racconta di un giovane che sacrifica il suo desiderio di studiare per permettere alla sorella, da lui adorata e considerata più dotata, di frequentare il liceo e l’università. Egli non rimpiange il suo sacrificio e trova un’alternativa alla scuola nella Biblioteca Comunale che frequenta assiduamente. Il suo carattere schivo ma volitivo lo porta a frequentarla “in punta di piedi”, conscio della sua bassa situazione sociale e delle resistenze che troverebbe a essere associato al gruppo dei giovani che hanno posizioni economiche più elevate. Il complesso di inferiorità che è celato in lui gli fa rinunciare a cercare una relazione con l’affascinante figlia del direttore della banca. Un bacio della giovane, ricevuto nella nube della nebbia, sarà solo un ricordo di un’infatuazione che svanirà nel tempo. Il sacrificio per la sorella non sarà ripagato. Lei cederà alle lusinghe di un professore che, soddisfatto il capriccio momentaneo, la allontanerà da sé. Il giovane continuerà a voler bene alla sorella ma non prenderà più le sue difese contro i rimproveri della madre e comincerà a pensare a sé stesso. L’occasione di frequentare i corsi serali dell’istituto tecnico, di prossima apertura nella vicina città, sarà l’antidoto alla delusione e incoraggerà il sogno del suo futuro lontano dalla fonderia.

Trentasei, rosso, pari … Le paure è il racconto dei giorni trascorsi da un giovane operaio a Venezia durante una trasferta di lavoro. L’insperata fortuna al Casinò permetterà a lui di realizzare il sogno dell’acquisto della casa e a un collega di disporre dei soldi per frequentare l’istituto tecnico serale. Proprietà della casa e istruzione superiore sono la molla della vita anche per questi giovani. La nebbia di Venezia lo affascina, gli nasconde le bellezze della città e nello stesso tempo, dopo la vincita, lo isola dall’invadenza di un altro collega e dalle avance di una signora attratta dai soldi. Le luci diffuse degli attracchi ai pontili e i laceranti suoni delle sirene degli invisibili vaporetti gli resteranno nell’anima. L’oscura nebbia e il silenzio dell’ambiente sono la culla dei sogni per il ritorno in famiglia, dove l’aspettano la moglie e l’arrivo di un figlio. L’ambiente sconosciuto e i suoi improvvisi squarci di luce artificiale sono anche portatori di paure per aggressioni e furti con la conseguente perdita di quello che i soldi gli procureranno. Fino al ritorno in famiglia i suoi sogni convivranno con gli incubi.

La festa sull’aia è la storia di un’infatuazione adolescenziale. Gianni, figlio di contadini, vive in una cascina dove abitano altre sei famiglie. Lui desidera lasciare il lavoro dei campi e andare in fabbrica. Finite le scuole dell’obbligo trova un momentaneo impiego in un’officina anche se poi, finito questo lavoro, si deve sempre dedicare a quello agricolo. Egli si sente già un uomo. È invaghito di una giovane vicina che ha quattro anni più di lui ed è già una signorina. La vita della cascina crea per lui e la ragazza le occasioni di innocenti divertimenti. La festa di matrimonio della figlia di un intraprendente agricoltore, loro vicino, è un momento carico di dispiaceri per il ragazzo. Il pranzo pantagruelico è intervallato e seguito dalle danze. La ragazza esibisce la sua affascinante femminilità ballando con i giovani invitati forestieri e ignora la presenza del ragazzo, sebbene nelle sere precedente lei avesse tentato di insegnarli i balli. Il ragazzo ha la sua rivincita quando è chiamato da lei a riparare la Topolino di un giovane con cui deve andare alla balera del paese. Il lavoro si trasforma in un divertimento per le piccole rivalse che creano imbarazzi all’amica. Egli riesce a riparare l’auto. Il muro di nebbia che si installa attorno alla cascina e poi al paese è la causa di un incidente che lascerà zoppa la giovane. Erano gli anni in cui la nebbia stava cambiando natura nella percezione della gente; con la circolazione dei mezzi motorizzati si trasformava vieppiù in strumento di dolore. Il ragazzo si sentirà responsabile dell’accaduto. La giovane dopo alcuni mesi dall’incidente emigrerà. Il suo ricordo resterà in una cartolina inviata da una sconosciuta città degli Stati Uniti.

In aeroporto è il racconto del tempo di attesa in aeroporto della squadra giovanile femminile di pallavolo, dopo che il volo per Barcellona è stato bloccato dalla fitta nebbia. Il momento è l’occasione per raccontare storie in cui è protagonista la nebbia. Le brevi vicende narrate dalle ragazze e dagli accompagnatori sono testimonianze delle aspirazioni di una società dedita al lavoro e in corsa verso il benessere. La nebbia, che in alcune storie è vissuta solo come elemento caratteristico dell’umidità stagionale, assume in alcuni racconti il carattere di calamità. Le brevi narrazioni, ora intrise di allegria ora di dolore, sono l’occasione per ricordare le diverse sfaccettature della vita delle famiglie lombarde e dei primi emigranti che arrivavano in paese in ricerca di lavoro.

Antonio Taverna, prima come operaio, poi come partner di una delle più importanti società di revisione contabile internazionali e successivamente come manager e docente, è testimone della generazione che nel dopoguerra ha vissuto il boom economico e le crisi che hanno portato il Paese ad essere tra i più industrializzati del mondo. Ha saltuariamente unito l’attività professionale a quella di autore di scritti tecnici.

C’era una volta la nebbia
di Antonio Taverna
Genere: Narrativa
Listino: € 14,90
Editore: Albatros
Collana: Nuove Voci Strade
Pagine: 202
Lingua: Italiano
EAN: 9788830625259

articolo pubblicato il: 06/11/2020

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