Secondo alcuni archeologi (lo spagnolo trapiantato negli USA Julio Mercader, l'americana Melissa Panger ed il tedesco Christopher Boesch) gli scimpanzé sono in grado di realizzare veri e propri stabilimenti per la schiacciatura delle noci.
Gli scimpanzé osservati in Africa Occidentale (Costa d'Avorio, Liberia e Guinea-Conakry) raccolgono grosse pietre pesanti fino a quindici chilogrammi e le trasportano per centinaia di metri fino al bosco di noci (del tipo Panda oleosa). Qui una grossa radice funge da incudine e la pietra da martello. Un esemplare adulto riesce a rompere in un giorno un centinaio di gusci. I cuccioli "studiano" fino a sette anni per apprendere la tecnologia.
Gli archeologi si sono trasformati in etologi per dimostrare che la ricerca di siti archeologici non si debba fermare ai giacimenti umani ma può estendersi a quelli dei primati. In Costa d'Avorio i tre scienziati, scavando in un sito, si sono imbattuti in un giacimento vecchio di cento anni in cui hanno rinvenuto 479 frammenti di pietre usate per schiacciare noci e 44 chili di "scarti di lavorazione", tra scorze e pezzi di noci. L'occupazione continua di uno stesso luogo, secondo gli studiosi, costituisce un vero e proprio giacimento archeologico. Per ora ne è stato trovato uno di cento anni; la speranza è quella di imbattersi in siti molto più vecchi per paragonare il comportamento degli scimpanzé a quello degli ominidi. Secondo le moderne teorie di evoluzionistica, uomini e primati si sono separati circa sei milioni di anni fa. Già oltre due milioni e mezzo di anni or sono gli ominidi spaccavano le pietre per farne arnesi. Potrebbe darsi che la scoperta degli utensili da parte dell'uomo primitivo sia avvenuta per la frammentazione di pietre troppo dolci usate per schiacciare noci.