Il 10 gennaio faremo festa: il divieto di fumare in tutti i locali pubblici, bar, ristoranti, piste da ballo al chiuso e discoteche sarà solo possibile a precise condizioni che decine di migliaia di esercenti dovranno rispettare. Sarà un gran giorno soprattutto per noi ex fumatori: finalmente finira questo stato di forte irrazionalità che pervade ancora diciotto milioni di italiani che imperterriti, nonostante lostracismo che abbiamo accuratamente coltivato in anni di duro lavoro prima sotterraneo e poi apertamente, continuano a provocarci accendendo criminalmente una sigaretta dinanzi a noi.
Ci accusano di invidia, di intolleranza, ma nessuno ci potra togliere ora quella soddisfazione irridente che attendiamo da tanto tempo. Finalmente saranno fuori da cinema e teatri, fuori dagli uffici, fuori da bar e dai ristoranti: non bastasse siamo riusciti senza colpo ferire ad introdurci nei portafogli di questi poveri sciocchi e da un mattino allaltro gli abbiamo tolto quelle quattro lire (Euro) che un Governo presieduto da Berlusconi aveva così entusiasticamente regalato un po qua e ancora meno là.
Aumento delle accise sul tabacco, lo chiamano, ma per noi è una manna.
Un giorno festoso e allegro quindi perché forse finalmente non sentiremo più sotto il naso quel nauseabondo odore fatto di nicotine varie, idrocarburi, fumi infestanti che una volta assaporavamo inconsapevoli con voluttà, sì perché gli odori si sentono ma hanno anche un loro sapore.
Sono oltre diciotto milioni, troppi, quelli che non sono riusciti a liberarsi della schiavitù del fumo, ma faremo in modo ancora di complicar loro una vita di dabbenaggine continua, li costringeremo con il nostro disprezzo a chiedere continuamente scusa, saremo inflessibili.
E indispensabile però proseguire la nostra campagna quotidiana.
Il Governo dovrà approvare una legge che conceda la licenza di baristi e ristoratori a chiunque la chieda: saremo così tutti autorizzati ad intervenire anche in strada quando ci passa vicino (ma anche lontano ) un bambino in carrozzina inondato dal fumo di un passante criminale. Saremo autorizzati anzi obbligati a chiamare un vigile per provvedere. Altrimenti saranno guai (per ora solo in Euro) anche per noi.
Intanto i nostri comitati o centri di controllo sono già in allarme per una soffiata che cè giunta solo in forma anonima: sembra che qualcuno, forse vicino ad ambienti malavitosi o addirittura mafiosi, abbia in animo di organizzare festini fumosi così per il momento li chiamano, da tenere in ristoranti appartati, magari nelle campagne, rigorosamente vietati ai non fumatori.
La cosa è proibita dalla legge del 10 gennaio, perciò questi progetti criminosi non avranno vita facile.
Si farà perciò una legge per cui la polizia stradale, lasciando perdere la prova delletilometro, sarà impegnata invece ad odorare il fiato di persone sospette uscite da bar e ristoranti altrettanto sospetti.
Cosa volete che siano quattro giovani morti per ubriachezza in un incidente stradale di fronte ai milioni di decessi a causa del fumo passivo.
Un nostro aderente ci ha dato poi una notizia raccapricciante che noi per dovere di cronaca riferiamo col beneficio della conferma: sembra proprio che luomo che nei dintorni di Roma la vigilia di Natale ha ucciso a calci la propria madre non era in balia dei fumi dellalcool, aveva invece appena finito di fumare una marlboro. Sarebbe sfatata così una leggenda che gli incalliti e incancreniti fumatori cercano di diffondere con scarsi risultati beninteso: gli amanti del tabacco non avrebbero ucciso mai nessuno e tanto meno la mamma.
E gli altri ? Un procuratore della Repubblica potrebbe riaprire tanti casi un po ambigui, ordinando anche la riesumazione delle salme.
Infine una buona notizia: molti di noi, ex fumatori sfuggiti al massacro dei polmoni nei cinema degli anni quaranta e cinquanta, hanno deciso di inoltrare con una raccolta di firme una petizione al Capo dello Stato perché nomini senatore a vita il benemerito ministro della salute Sirchia.
P.S. - Nel 1919, la grande guerra era appena finita in Europa, il governo americano
per motivi economici e sociali, fece entrare il proprio paese in un tunnel da cui quindici anni dopo solo un grande presidente come Roosevelt riuscì a tirarlo fuori. F.D.R., come lo chiamavano amichevolmente milioni di americani, facendo approvare dal Congresso un emendamento della costituzione, il ventunesimo, costrinse tutti gli Stati della confederazione ad abolire il proibizionismo.
Partito con lintenzione di limitare letilismo, di aumentare così le capacità lavorative e di difendere il potere di acquisto dei lavoratori, il proibizionismo impediva la produzione, la vendita e il consumo degli alcoolici.
Fu un disastro e le buone intenzioni finirono per provocare e aumentare solo la criminalità organizzata e non. Neppure la fine del regime restrittivo dette buoni risultati perché il gangsterismo si era ormai introdotto nella società come strutture e finalità.
Specialisti del racket, gioco dazzardo e poi droga sostituirono facilmente le allora improvvisate organizzazioni che spacciavano il whisky da quattro soldi prodotto clandestinamente.
Cosa centra questo ricordo storico con le vicende nostrane del fumo? Probabilmente nulla, anche perché negli States ci sono disposizioni legislative ma anche locali sul tabacco forse più pesanti di quelle italiane. Ma ogni provvedimento restrittivo delle libertà dei cittadini, se non preso con misura e moderazione nellinteresse di tutti, potrebbe creare altri problemi nella vita consociata delle collettività.