I pescherecci "Elena María" e "Bautista Pino" hanno trovato nelle reti, a duecento miglia da Gijón (Asturie) il cadavere di un calamaro gigante, lungo sei metri e pesante cinquanta chilogrammi. L'esemplare è stato pescato a 350 metri di profondità. Gli equipaggi hanno immediatamente avvertito la nave "Investigator", appartenente alla spedizione scientifica spagnola che dal 20 agosto scorso cerca di filmare in quelle acque la vita di questi particolari cefalopodi (sarebbe la prima volta al mondo). La nave scientifica aveva dovuto, poco prima della eccezionale pesca, abbandonare la zona e rientrare in porto, in quanto un colpo di mare aveva reso staccato il cavo di fibra ottica utilizzato per le riprese. Ricevuto l'avviso, ha ripreso il mere ed issato a bordo il calamaro.
L'esemplare pescato appartiene alla specie "architeuthis dux" ed è l'unico maschio ripescato nel mondo; per questo è particolarmente importante per lo studio dei calamari giganti. Le femmine sono molto più grandi e ne sono state trovate anche pesanti una tonnellata.
Il cefalopodo trovato in quella parte dell'Atlantico denominata Mar Cantabrico sarà conservato sotto formalina nel museo di Luis Laria, un biologo marino membro della spedizione.
Ancora non è mai stato pescato un "architeuthis dux" vivo, probabilmente perché vive a profondità enormi e quando giunge nei pressi della superficie è già morto, probabilmente per la differenza di pressione. Viva è stata avvistata (e filmata) la piovra gigante, ("enteroctopus dofleini"), che comunque non è abbastanza gigante da prendere tra i suoi tentacoli un sottomarino, come Giulio Verne immaginò fosse accaduto al "Nautilus".