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politica estera
il mistero della SIM ritrovata
di Luigi Delli Stanghi

Il partito spagnolo di destra VOX ha deciso di adire le vie legali nei confronti del secondo dei quattro vicepresidenti del Governo spagnolo, Pablo Iglesias, esponente di punta del partito di sinistra Podemos. Congiuntamente a Iglesias, sono stati denunciati alla Fiscalía Anticorrupción la sua ex collaboratrice Dina Bousselham, l’avvocatessa di Podemos Marta Flor ed il fiscal Ignacio Stampa.

Si tratta di sei punti che potrebbero diventare altrettanti capi d’imputazione, se saranno prese in considerazione le accuse: denuncia infondata, falsa testimonianza, simulazione di reato, truffa processuale, traffico di influenze e rivelazione di segreto d’ufficio, questi due reati a carico del magistrato Stampa.

Il procedimento che potrebbe aver luogo in seguito alla denuncia andrebbe a sommarsi all’indagine interna aperta dalla Fiscalía General del Estado, che sta cercando di collegare ad un nome ben preciso il magistrato soprannominato Ironman che avrebbe passato informazioni coperte dal segreto d’ufficio a Podemos.

La storia ha inizio il primo novembre del 2015, quando all’Ikea di Alcorcón viene rubato il cellulare di Dina Bousselham, marocchina trasferitasi a Madrid, a quel tempo assistente del politico Iglesias. Una mattina del gennaio successivo, l’esponente di Podemos riceve una telefonata che lo mette in agitazione; il pomeriggio si reca all’ultimo piano dell’edificio che ospitava il gruppo editoriale Zeta, in seguito acquisito da un altro gruppo. Antonio Asensio, l’editore, lo mette al corrente che è giunta alla redazione della popolare rivista Interviú una busta contenente la scheda SIM del cellulare della Bousselham, contenente foro intime di lei, documenti riservati di Podemos, fotografie dello stesso Iglesias.

La storia potrebbe tranquillamente finire lì, con la riconsegna della scheda alla legittima proprietaria, ma Iglesias, non si sa perché, se la tiene a lungo con sé. Alcune fotografie tempo dopo appaiono sul giornale OK Diario ed una copia della memoria viene ritrovata nel corso di un’altra inchiesta, denominata Operazione Tandem. Poi emergono altri personaggi, come un commissario di polizia che si dimette, il direttore della rivista Interviú, che, dopo la chiusura della stessa, diventa Direttore Generale dell’Informazione nazionale, l’avvocatessa, il marito di Dina Bousselham.

Podemos denuncia l’esistenza di una campagna volta a screditare Pablo Iglesias, orchestrata da una sorta di polizia deviata, denominata polizia patriottica, che opererebbe all’interno della polizia ufficiale.

Tutto però, negli ultimi tempi, si sta ritorcendo contro Iglesias, che per un anno tiene con sé la scheda e, quando la riconsegna alla legittima proprietaria, le dice che si è deteriorata ed è illeggibile. L’ex giocatrice di pallone Bousselham, da parte sua, ha cambiato più volte versione sull’integrità della scheda, dicendo che era bruciata, che semplicemente non funzionava per cui si era dovuta rivolgere ad una ditta inglese per leggere i dati, che in realtà funzionava.

Il tentativo di creare un caso politico è ormai fallito, perché è appurato che dietro il mistero della SIM non c’era alcuna volontà di screditare Iglesias da parte delle destre. Chi ci si è trovato in mezzo è il magistrato che, secondo la denuncia di VOX, avrebbe passato informazioni riservate ad Iglesias.

Ma la storia non finirà qui, né a livello giudiziario né a quello politico, soprattutto perché sta appassionando gli spagnoli e riempie le pagine dei giornali.

articolo pubblicato il: 30/06/2020 ultima modifica: 13/07/2020

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