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attualità
cavalieri, malfattori e sognatori

La parola virus è entrata nel linguaggio informatico con la stessa valenza negativa del virus che attacca l'uomo. Accanto a questa, altre parole come hacker, craker e ciberpunk spaventano lo stesso coloro che usano il computer ma non s'intendono di informatica (la grande maggioranza degli utenti). Gli hackers sono quelle persone che hanno fatta propria la missione di entrare nei sistemi informatici per combattere le restrizioni alla rete. Sono esperti in informatica ed elettronica avanzata, nonché in matematica. Sono programmatori abilissimi che si divertono ad aprire programmi, superare le protezioni dei sistemi ed entrare in reti ristrette per dimostrare di essere più in gamba di chi ha programmato il sistema, lasciando talvolta il messaggio "sono stato qui". Sono professionisti che seguono un codice etico, giungono alle informazioni ma non le distruggono e non le rivendono. È difficile considerarli pirati, più che altro sono gli eredi dei cavalieri medievali che nei tornei imitavano la guerra.

I crackers sono tutt'altra cosa; alcuni sono degli autentici malfattori che rubano informazioni per il proprio beneficio, vendendole al miglior offrente, altri terroristi che attentano a sistemi pubblici e privati e spesso lavorano per destrutturare impianti di difesa; la terza sottocategoria è quella di coloro che si dilettano a programmare virus da diffondere in giro, per il solo piacere di farlo, e potrebbero essere definiti anime incoscienti se non criminali.

I ciberpunks sono eredi dei contestatori dei decenni passati e come gli appartenenti ai vari movimenti degli anni sessanta-settanta contestano il sistema, in questo caso la Rete intesa come avanguardia del Grande Fratello. Per quanto riguarda i virus, c'è anche chi afferma che spesso sono creati dalle compagnie che producono software per punire i "taroccatori", quelli che copiano i programmi per non pagare le licenze. Alcuni maligni affermano anche che i virus sono prodotti dalle società che vendono antivirus per giustificare la necessità di proteggere il computer. I primi virus risalgono ad una ventina di anni fa. "Elk cloner" infettava nel 1981 i computer della Apple, facendo apparire sugli schermi un verso; poco dopo "Electronic hitchcker" si divertiva a viaggiare tra i computer senza fare danni. Poi i virus sono diventati sempre più cattivi e subdoli: "Troiano" se ne sta acquattato in una rete locale fin quando, magari da migliaia di chilometri di distanza, non viene dato l'ordine di svegliarsi e distruggere tutto.

È destino dell'uomo convivere con la paura, da quando moriva per un semplice raffreddore e non riusciva a comprendere il perché dei fulmini ad oggi che teme l'AIDS e di doversi ricomprare il personal (quando non vede andare in fumo i dati della propria azienda).

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