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cronache
piatto di pesce a rischio

La pesca pirata è molto estesa nelle acque antistanti l'Antartide; il pescato di merluzzo nero supera di dieci volte la quota annuale stabilita. Tra i merluzzi pescati sono pochissimi gli esemplari adulti e ciò fa sì che, non raggiungendo la maturità, non possono riprodursi, con la conseguenza della scomparsa di interi banchi, come è accaduto nelle vicinanze delle isole Prince Edward e Marion. Malgrado la pesca del merluzzo nero sia permessa solo con i palamiti (lunghi cavi con migliaia di esche), sono stati fermati pescherecci muniti di reti a strascico. Questo tipo di pesca (il più diffuso nei mari italiani) è pernicioso ed andrebbe vietato ovunque, ma non è che con i palamiti la situazione migliori; in un modo o nell'altro tutto il pesce che non interessa gli acquirenti del pescato di un determinata barca viene ributtato morto a mare. La componente adulta di tonno rosso dell'Atlantico è diminuita dell'ottanta per cento da trent'anni fa, il pescespada preso con i palamiti in Mediterraneo è quasi tutto sottomisura rispetto agli accordi internazionali. Non è migliore la situazione nel Pacifico orientale, battuto dalle motonavi delle Nazioni più potenti in campo ittico. Lo stesso si può dire dell'Atlantico meridionale. Nel Tirreno settentrionale i pescatori buttano a mare percentuali altissime (intorno al 40 per cento) di pesce, ma peggiore è la situazione nel Mare del Nord, dove i merluzzi giovani sottomisura scartati sono il 90 per cento.

Le deliberazioni dei congressi internazionali in materia rimangono lettera morta di fronte a problemi di difficile soluzione, grazie alla tecnologia avanzata e agli aiuti che i governi stanziano a favore della pesca. Secondo gli ecologisti, è necessario andare in direzione di una pesca sostenibile, in linea con la salvaguardia degli ecosistemi marini, per fare in modo che anche in futuro si trovino banchi di pesce di numerose varietà; per fare questo sono necessari drastici mutamenti di rotta nelle politiche ittiche. La realtà, pirateria o meno, è che i governi si trovano di fronte al bivio tra la salvaguardia ecologica e le richieste di aiuto delle associazioni di categoria degli armatori.

È inutile, inoltre, nascondersi dietro un dito quando la popolazione mondiale aumenta in modo esponenziale e la dieta a base di pesce è raccomandata come leggera e salutare dai nutrizionisti. Sarà difficile creare dei "santuari" di riproduzione se non si riesce nemmeno a proibire la pesca a strascico nel Mediterraneo. Tutti vogliono un mondo più ricco di risorse, pochi sono disposti a rinunciare alla scatoletta di tonno o al baccalà alla livornese.

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