Dal nord del Canada fino all'estremo sud dell'Argentina, passando per tutti gli stati americani, gli indigeni in molti casi sono trattati come cittadini di seconda categoria. La denuncia di Amnesty International è stata resa pubblica con un lungo comunicato l'undici ottobre scorso, vigilia del Giorno della razza, l'anniversario della Scoperta dell'America particolarmente sentito i tutti i paesi di lingua spagnola. Secondo Amnesty International, nonostante più della metà dei paesi americani riconoscano nelle proprie costituzioni i diritti degli indigeni, la realtà è molto peggiore per i discendenti degli antichi popoli autoctoni. I diritti basilari, come quello di vivere sulle proprie terre sono costantemente violati; a ciò si aggiunge il razzismo, strisciante o manifesto, quando non si giunge alla tortura o all'assassinio.
Tra i casi conclamati, la mancata messa in opera degli accordi con gli indigeni in Honduras, l'adozione di una legislazione restrittiva in Messico, le minacce di morte a Hiparidi top Tiro, un capo della tribù Xavante del Brasile che si era messo contro i proprietari terrieri, la scomparsa dell'agitatrice colombiana Kimy Pernia Domicó, il Piano industriale Puebla-Panama che sconvolgerà la vita delle piccole comunità in Messico e a Panama.
Amnesty International ha chiesto ai governi che adottino misure urgenti e concrete per convertire in realtà la tanto sbandierata retorica della difesa della diversità culturale e dei diritti degli indigeni.