Ogni anno migliaia di centroamericani che lavorano negli Stati Uniti, molti dei quali clandestini, cercano di riunirsi con i figli pagando bande di trafficanti che promettono il passaggio della frontiera. Queste bande sono aumentate a dismisura a metà degli anni novanta, quando gli USA hanno rafforzato i controlli lungo la frontiera con il Messico, lasciando varchi solo nei tratti più inospitali. Il numero dei bambini con documenti falsi presi alla frontiera è raddoppiato negli ultimi cinque anni, raggiungendo la cifra di circa seimila all'anno. Una banda sgominata lo scorso anno portava negli USA un centinaio di bambini al mese, ma molti morivano per gli stenti, altri erano abbandonati a sé stessi, altri ancora vittime di percosse continue ed abusi sessuali. Molte bande partono da El Salvador, un Paese di circa sei milioni di abitanti dal quale un quarto della popolazione dal 1960 ad oggi ha abbandonato la propria casa, il novanta per cento della quale con meta Stati Uniti. Quasi tutti i salvadoregni finiscono nei grandi centri a fare umili lavori, poco o nulla appetiti dagli statunitensi.
Con duemilacinquecento dollari prima di partire ed altrettanti all'arrivo le bande trasportano i bambini in autobus attraverso il Guatemala ed il Messico, poi in aereo da Città del Messico a Tijuana, poi ancora, generalmente a piedi, attraverso qualcuna delle parti più inospitali della frontiera con gli USA. Il viaggio può durare anche un mese.
La legge americana vieta che i salvadoregni con legale residenza (ottenuta fino a dodici anni dopo l'ingresso) possano farsi raggiungere dai familiari. C'è il sospetto che molti bambini vengano venduti per adozioni illegali o come attori di pellicole pornografiche; le denunce di scomparsa sono pochissime, perché i genitori clandestini hanno timore di esporsi con le autorità, ma spesso è impossibile rintracciare sia i trafficanti che i bambini, dato che gli uni e gli altri viaggiano sotto falso nome.
Ma non solo da El Salvador partono bambini, spesso senza raggiungere gli Stati Uniti. I trafficanti trovano clienti in tutti gli Stati centroamericani. Dati del servizio immigrazione statunitense parlano di oltre trentamila bambini in attesa di passare la frontiera e ambienti diplomatici messicani assicurano che la polizia di frontiera americana ha bloccato in un anno più di diecimila bambini in entrata. Secondo il Los Angeles Times sono 48mila i bambini che solo in questo hanno tentato, con alterne fortune, di passare il confine.