Con il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e di UNICEF Italia / per ogni bambino – inaugura a Venezia Shipwreck Crime, mostra personale del fotografo Italo Rondinella, ospitata all’interno degli antichi Magazzini del Sale messi a disposizione dalla Reale Società Canottieri Bucintoro 1882. Non si capisce questa “mania” dei titoli in inglese a mostre che si espongono in Italia, nel Bel Paese, cioè, che ha una sua bellissima lingua e dove, come scrisse Dante nel Purgatorio, “il sì suona”. Perché non dire “Il crimine del naufragio” e magari mettere come sottotitolo la traduzione in inglese, ad uso esclusivo dei turisti?
A prescindere, comunque, da quanto appena detto, la mostra è davvero interessante in quanto consta di una serie di oggetti personali appartenuti alle centinaia di persone che – nella speranza di raggiungere il territorio europeo – hanno tentato di attraversare il breve tratto di mare che separa la costa turca dall’isola greca di Lesbo. Molti di loro non ce l’hanno fatta. Gli oggetti – abiti, scarpe, biberon, salvagenti e molto altro – sono stati fotografati dall’autore così come rinvenuti sulla riva e successivamente raccolti per formare parte, insieme alle immagini, di questa mostra che ha lo scopo di restituire dignità alle storie anonime di coloro a cui sono appartenuti.
Il progetto è stato realizzato a più di due anni di distanza da quando il flusso migratorio dalla Turchia all’Europa ha conosciuto il suo picco più alto.
In quel tratto di costa turca tra Babakale e Ayvalık si alternano a singhiozzo spiagge frequentate da vacanzieri a tratti vuoti, dove sono stati trovati gli oggetti dei naufraghi. Al fine di rappresentare queste due realtà parallele, l’autore ha incluso negli spazi di mostra il sonoro della spiaggia frequentata dai bagnati, appositamente registrato dal vivo. Il solco emotivo che separa queste due realtà sul medesimo palcoscenico – la spiaggia – esprime secondo l’autore una metafora della rappresentazione mediatica della vicenda umana dei migranti che perde la sua naturale dimensione compassionevole per diventare mera descrizione di un fenomeno. Come conclude l’artista, “Shipwreck Crime non è pertanto un progetto sul fenomeno migratorio, bensì sulla commozione”.
Italo Rondinella è un fotografo e filmmaker italiano da anni residente in Turchia.
Nel suo lavoro, alterna l’impegno giornalistico - attraverso la produzione di reportage fotografici e video documentari - a una ricerca più personale.
In entrambi i casi, i temi trattati hanno prevalentemente a che vedere con i conflitti del mondo globale contemporaneo, le sfide a essi connesse e i conseguenti cambiamenti sociali e politici. È in corso in diversi spazi espositivi, sia in Italia che in altri paesi europei, la sua mostra personale sulla biodiversità agro-alimentare, commissionata dal progetto “Dyna Versity” finanziato dell’Unione Europea. La mostra è già stata esposta in Toscana, Campania, Lombardia e Danimarca e continuerà a muoversi secondo un programma gestito da Federparchi (la Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali).
I Magazzini del Sale (detti anche Saloni o Emporio dei Sali, ma conosciuti altresì come Sale Docks) sono un edificio di Venezia, ubicato nel sestiere di Dorsoduro, lungo la Fondamenta delle Zattere ai Saloni, e affacciato sul Canale della Giudecca. Questo complesso di dimensioni ingenti fu edificato all'inizio del Quattrocento in un punto strategico della città: infatti lungo queste fondamenta c'era uno dei principali luoghi di approdo delle zattere e imbarcazioni che portavano le merci a Venezia. Qui venne scelto di costruire il luogo dove depositare il sale, prodotto fondamentale nell'economia della città lagunare. Il complesso, su progetto dell'architetto Alvise Pigazzi (allievo del più noto Giannantonio Selva), venne poi pregevolmente restaurato attorno al 1830. Nel corso del Novecento, dopo la dismissione, i Magazzini del Sale hanno patito un periodo di decadenza, in seguito al quale furono recuperati e utilizzati, come avviene oggi, per esposizioni ed eventi culturali. Uno dei nove Magazzini del Sale è stato restaurato dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, su progetto di Renzo Piano; inaugurato nel 2009 da allora ospita mostre organizzate dalla Fondazione su Emilio Vedova e su altri artisti per un confronto dialettico con le opere di Vedova.
articolo pubblicato il: 07/02/2020