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speciale il Papa al Parlamento
un Pontificato che non cessa di stupire
di G. V. R. M.

Quella sera d'ottobre di ventiquattro anni fa le migliaia di persone che stavano attendendo l'annuncio del nuovo Papa rimasero un attimo silenziose all'udire un cognome sicuramente non italiano. Si trattò di una frazione di secondo, prima che il cardinale protodiacono Felici facesse il segno di esultare, cosa che avvenne immediatamente. Un breve attimo che dette ai milioni, forse miliardi, di radioascoltatori e telespettatori il senso di profondo stupore, ma anche di leggero sgomento che aveva colpito la moltitudine di piazza San Pietro. Dopo quattrocento anni (456, per l'esattezza) un Papa non italiano tornava ad essere il Vescovo di Roma. La Chiesa, come spesso è accaduto nel corso della sua storia, dava prova di "sparigliare le carte" e rilanciarsi dopo anni di contestazioni all'esterno e all'interno e di crisi striscianti.
La Chiesa, in duemila anni, di tali capacità ha dato abbondanti prove; l'Europa ha visto la grandezza dell'Impero Romano e la sua caduta sotto i colpi delle invasioni barbariche, ha avuto Giustiniano, Carlo Magno, Carlo V, Napoleone I, la Rivoluzione d'Ottobre (che poi era di novembre, stando il diverso calendario), ma la Chiesa è sempre presente, nonostante Martin Lutero, la perdita dello Stato Pontificio, il Positivismo ottocentesco. Per i cattolici non c'è niente di strano, è lo Spirito Santo che ispira e vigila, tra i non credenti resta l'ammirazione per una istituzione capace di resistere ai millenni.
Questo Papa la cui elezione creò qualche brivido tra non pochi fedeli, in quasi cinque lustri di Pontificato ha dimostrato di avere pieno appoggio da parte dello Spirito Santo (o di essere l'uomo giusto al posto giusto, per chi non ha una visione escatologica dell'esistenza). Non ci sarebbe abbastanza spazio, qui, per elencare tutte le volte che Karol Woityla ha "sparigliato le carte"; basta solo ricordare che senza il suo appoggio agli operai cattolici polacchi probabilmente l'Europa sarebbe ancora divisa in due blocchi contrapposti.
Il mese scorso l'inno pontificio ha risuonato, 132 anni dopo la breccia di Porta Pia, in quello che era l'antico palazzo della Curia, a piazza Montecitorio, un'ulteriore impensabile tappa di un Pontificato che non cessa di stupire. Questo Papa che ha dato un'impronta veramente universale al proprio apostolato, collezionando tanti di quei viaggi intercontinentali che solo chi lavora in una compagnia aerea può superare (e non certo in età avanzata e così provato nel fisico) ha voluto riaffermare il suo essere Primate d'Italia, sicuramente un primato spirituale e lontano dal Primato di giobertiana memoria. Gli applausi e la commozione visibile in tanti Deputati e Senatori (anche tra quelli per i quali la Prima Comunione è stata anche l'ultima) hanno dato la misura visibile di quanto gli italiani siano stupiti dalla grandezza del Papa straniero.

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