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speciale saharawi
la spartizione del Río de Oro
di Giuseppe Martino Martinelli

Era l'ottobre del 1975 quando si consumò una delle più grandi "bufale" mediatiche del secolo scorso. Molti mezzi d'informazione di tutto il mondo parlarono con simpatia della "Marcia verde", una spedizione di donne, vecchi e bambini che dal Marocco si dirigeva verso il Río de Oro, per liberare il territorio dai colonialisti franchisti.

La marcia, in realtà, non era affatto "verde", in quanto tra le decine di migliaia di marciatori con bandiere verdi era presente una nutrita colonna di militari ben armati, mentre al colonialismo spagnolo, ormai agli sgoccioli, si voleva semplicemente sostituire la spartizione del territorio tra il Marocco e la Mauritania.

Francisco Franco era ormai alla fine della sua vita (morirà il 20 novembre di quell'anno). Niente di quel corpo tenuto in vita artificialmente per giorni e giorni ricordava il giovane ufficiale che sessanta anni prima aveva fatto una strepitosa carriera combattendo la guerriglia marocchina.

Vicente Mortes pose nelle mani dei vicini un territorio che era considerata da Madrid provincia spagnola a tutti gli effetti, mentre, organizzando l'operazione di sganciamento denominata Golondrina (Rondine) affermava: "Popolo del Sahara, la Spagna non vi abbandonerà mai!".

Juan Carlos, erede designato, portò solamente il proprio personale conforto agli ufficiali delle "Banderas" che avevano ricevuto l'ordine di non opporsi alla marcia.

Cominciò così la tragedia del popolo saharaui, gran parte del quale è ancora oggi ridotto nei campi profughi dell'Algeria o disperso per il mondo a tener viva la propria protesta.

Lo "strano" di questa situazione è che, a differenza di altri popoli in lotta per la propria indipendenza (curdi, palestinesi), il popolo saharaui è assente dalle grandi reti televisive e i suoi destini non mobilitano le masse nelle grandi città occidentali, se ne parla poco all'ONU e non si formano forse multinazionali di "peace-keeping" o di "peace-enforcinng".

I sahariani affermano che per Timor Est il mondo occidentale si è mobilitato perché si trattava di cristiani, ma il paragone non regge, perché gli eserciti occidentali si sono mossi per la Bosnia e per il kossovo, dove ad essere aiutato era l'elemento musulmano e per la Somalia, Paese quasi completamente islamico.

I saharaui avevano combattuto a fianco dei marocchini nella lotta che portò all'indipendenza del Marocco dalla Francia nel 1956 ma, trovatisi poi da soli a sostenere la guerriglia contro la Spagna, si erano arresi al "Tercio de Extranjeros" nel 1958. Nel frattempo gli spagnoli avevano provveduto ad abbandonare pacificamente le città di Tetuan e Larache, con tutto il territorio del Protettorato, mantenendo solo Ceuta e Melilla, mentre Maometto V, incoronato re del Marocco, annetteva anche la città internazionale di Tangeri.

Nel 1975, dunque, Marocco e Mauritania si spartirono il territorio del Río de Oro (la Mauritania si ritirerà dal territorio nel 1979, cedendo i suoi "diritti" al Marocco, impossibilitata per ragioni politico-economiche e militari a sostenere l'onere delle operazioni di controguerriglia).

Da ventotto anni un popolo aspetta il suo futuro.

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