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cultura
Grazia Deledda
di Giuseppe La Rosa

(Nuoro, 1873 – Roma, 1936)

Dopo il Manzoni, sembra che nessun altro abbia arricchito e approfondito, in una vera opera d’arte, il senso della vita dell’uomo.

Autodidatta, trasferitasi dalla Sardegna a Roma, visse da buona sposa e madre di famiglia, pubblicando le sue numerose opere, apprezzate più all’estero che da noi. Nel 1926 le fu conferito il premio Nobel per la letteratura.

Qualche opera principale : Elias Portolu, Cenere, La Madre, L'edera.

Elias Portolu. E’ un’anima divisa fra l’amore umano e l’amore divino. Il pastore Elias è stato in carcere per un delitto che non ha commesso. Esce con l’animo addolcito e con vaghe aspirazioni religiose. Si innamora di Maddalena, fidanzata del fratello. L'amore viene corrisposto. Ne nasce un pargolo. Nascono rimorsi, inquietudini, disperazioni. Per placare le sue turbolenze interiori, pensa di farsi prete. Muore il fratello, ed Elias, che non è ancora prete, potrebbe riparare al male. Ma non ama più Maddalena, bensì il figlio. Questo figlio, però, si ammala e muore. A questo punto Elias capisce. Il sacrificio del piccolo spezza la catena del peccato e concede alla sua anima il dolore puro di penitenza, che lo redime e gli dà pace.

Cenere.Un signore sposato inganna una quindicenne candida e graziosa. La mette incinta e poi scompare dalla circolazione. La ragazza crescerà il bambino tra mille difficoltà. Sarà avviato agli studi e si fidanzerà con una ragazza ricca. Dopo aver perso i contatti con la madre, il giovane la ritrova, invecchiata, malata, ed in misere condizioni. Propone alla fidanzata di portarsela a casa con loro una volta sposati. Ella non accetta. La madre, che capisce la situazione, non vuole rendere infelice il figlio e si toglie di mezzo, tagliandosi la gola. Nel soccorrerla, negli ultimi istanti di vita, il giovane apre un amuleto appeso al collo dalla mamma quando era bambino, e non vi trova che cenere.

La morale : da una passione illecita si genera cenere, cioè tristezza, miseria, morte.

La Madre. Maddalena scopre che il figlio sacerdote Paulu pecca con una donna, Agnese. Lo convince a troncare il tutto. Agnese non si arrende. Minaccia uno scandalo, e proprio in chiesa. Il giorno dopo, in chiesa, Agnese vorrebbe gridare allo scandalo, ma si zittisce. Qualcuno ha pagato il conto per Paulu. La madre. Trovata morta in fondo alla chiesa, in un accesso di paura e d’ira violentemente compressa, coi denti stretti nello sforzo di non urlare per l’imminente scoppio dello scandalo.

L'edera.Una trovatella, Annesa, finisce con l’essere accolta da una famiglia danarosa. Questa nobile casata va in rovina. Don Paulu, che ama la ragazza, cerca il denaro per evitare la catastrofe. Potrebbe risolvere il tutto uno zio. Ma questi è molto avaro. Annesa, volendo aiutare i suoi benefattori, strangola il vecchio. Nel frattempo, Paulu ha trovato i soldi. Il delitto è stato inutile. Annesa, cercata dalla giustizia, fuggirà come una belva ferita. L’incontro con un sacerdote le farà capire quanto avesse deformato la sua anima e quanto marcia e imputridita l'avesse resa. Finalmente si arrende al pentimento e accetta liberamente il suo lungo calvario di espiazione che culminerà nello sposare Paulu che intanto è malato di tifo, vecchio, magro, coi capelli bianchi, gli occhi infossati e sporgenti. Lo sposerà non più per passione, ma per pietà. Così l'edera si riallaccerà all’albero e lo coprirà pietosamente con le sue foglie.

Riepilogando il suo pensiero. – La vita è un dramma doloroso, in cui l'anima si dibatte tra i rigori della legge morale e l’infermità della carne, veementemente tentata e vorticosamente mordicchiata dalle passioni. L'uomo è come una canna al vento, scossa e sconquassata a causa della sua fragilità e debolezza.

Ma è anche capace di risollevarsi ed emergere dai profondi solchi del peccato. Le miserie morali e materiali dell’uomo possono efficacemente essere metabolizzate con la penitenza volontaria e rassegnata che espia, purifica e redime. E può tornare, così, la gioia e la serenità della vita.

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